Questo è un film furbo.

Presi due attori amatissimi, creata commedia scanzonata ad hoc, che sa strappare risate amare, plasmata perfettamente sulle caratteristiche camaleontiche di due attori simbolo, che si divertono e fanno divertire con le loro caricature.

"I Mostri" è un film a episodi (novità per il cinema italiano), del 1963, diretto da Dino Risi, che racconta l'Italia degli anni '60 in un quadro che sfiora un po' tutti gli argomenti: dalla famiglia alla politica, dallo sport alle relazioni sentimentali, dalla carriera al malcostume, dalla religione al potere dei media.  

Sebbene la pellicola possa apparire molto frammentata, poco omogenea (gli episodi sono venti) quello che non sfugge è l'abilità camaleontiche dell'indimenticabile duo Vittorio Gassman- Ugo Tognazzi che sanno trasmettere con efficacia sensazioni di odio-amore-tenerezza.

Tognazzi è più adatto a ruoli grotteschi (deformi), cinici, subdoli e pungenti. Gassman è dirottato su parti arlecchinesche, rumorose, eleganti (persino femminee), ma anche tenere ed amarognole, come nell'episodio finale del pugile.

L'abilità dei due attori è poi il cuore del film, che, come detto poche righe sopra, soffre di un ritmo spezzettato e disomogeneo, che rischia di lasciar sfuggire il messaggio e arruffa il tutto in un calderone si divertente, ma poco lineare.

Risi ci mette proprio di tutto, anche un pizzico di sano, se vogliamo anche strumentale voyeurismo che però all'epoca, come oggi, non deve aver che risposto alle aspettative di uno spettatore che con il cinema riusciva ad evadere da una realtà ancora troppo frustrata e disorientata dai cambiamenti.

L'Italia del furbo, del cinico emergente che si rifà sul povero, sull'ingenuo. L'Italia dei meccanismi che ahimè, si inceppano per negligenza o superficialità. L'Italietta che "mors tua, vita mea", delle code, dei sogni spezzati e dell'educazione (infruttuosa) moderna, delle raccomandazioni, dell'emancipazione femminile, dell'uomo in carriera. L'Italia, tutta, deforme, dei mostri. Mostri dentro e fuori (basti ricordare l'episodio "schizzo" dei carabinieri sorridenti e soddisfatti che si fanno fotografare dopo un arresto). E tanto altro ancora.

Risate, indignazione e un po' di amarezza, per una pellicola in bianco e nero, nemmeno invecchiata troppo male, con una ingegnosa e frizzante colonna sonora.

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