Ci sono band che nonostante la qualità della musica proposta non ottengono mai la considerazione che meritano, a discapito di altre, che  proponendo musica di livello inferiore hanno invece successo.

Questo è stato il destino dei Disbelief, una band che avrebbe sicuramente meritato molto di più, in quanto si fa carico di una proposta personalissima, pur suonando in un ambiente come il metal, dove ormai sembra esserci una staticità imbarazzante. I loro mentori sono sicuramente i Neurosis, però a differenza di ques'ultimi i Disbelief accorciano il minutaggio delle canzoni, risultando meno claustrofobici e più di impatto. Potremmo definire la loro musica come una sorta di Death Metal psichedelico.

Spreading The Rage, uscì nel 2003 ed è il loro capolavoro. I tredici brani che compongono questo lavoro, riescono nel intento di essere sicuramente violenti come il genere richiede, ma allo stesso tempo risultano ipnotici, grazie alle splendide melodie che i due chitarristi costruiscono nei loro dissonanti intrecci. Il lavoro della batteria è chirurgico, non si perde in tecnicismi inutili, contribuendo a far aumentare il groove. La cosa che più colpisce è la voce di Karsten Jager, un uso della voce che ricorda molto da vicino lo stile usato dagli Obituary, ma oserei dire ancora più disperato, ogni tanto compaiono anche sprazzi di voce pulita, grazie a quali si riesce a prendere un attimo di respiro. 

La qualità altissima di tutti i tredici pezzi, rende molto ardua la scelta tra di essi, ma se proprio ne devo mezionare uno, allora devo nominare "No More Lies" un mid tempo in cui psichedelici arpeggi si alternano ad acide sfuriate metal e dove Karsten Jager ci vomita (questo è il termine più adatto) addosso tutta la sua disperazione.

Spreding The Rage, è un album da rivalutare assolutamente in quanto il su valore è altissimo, tutti gli amanti di un certo tipo di metal, più sperimentale e avanguardistico dovrebbero almeno sentirlo una volta, sono sicuro che se ne innamorerebbero. 

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