E' incredibile quanto anche noi cultori dell'underground, sempre pronti ad incensare il nuovo, lo strano, l'anticommerciale, riusciamo ad essere disattenti. Spesso siamo tanto impegnati a rimirare la bella forma curiosa di un sasso che non facciamo caso ad un diamante. Tutte lì le grindheads, tutte ad aspettare l'ennesimo disco dei Napalm Death, la solita solfa dei soliti nomi (e ce ne sarebbero a centinaia), il timbro del cartellino gore delle innumerevoli nuove leve che hanno tutto dalla loro, tranne la personalità, le novità ultra eccitanti delle commistioni brutal/grind/gore/death. E i Discordance Axis? E i Discordance Axis a fare la figura dei Carneadi di turno, ignorati dai più e sommersi dallo tsunami (scusate il termine, davvero, come proto-grindhead anche io ho brutti ricordi riguardo gli tsunami...) di uscite discografiche inutili e derivative che affollavano e affollano il mercato musicale, costretti a fare tour solo in Giappone perchè solo lì se li filavano.

Credetemi, ancora non riesco a spiegarmi il loro mancato boom. Più che di power trio si poteva parlare d'un tre d'assi: Dave Witte alla batteria (vi dicono nulla gli Human Remains? se non vi dicono niente e vi reputate grandi esperti di grindcore per me meritate l'esilio. E comunque il nostro batterista extraordinaire ha militato anche con altre nullità come Municipal Waste e Burnt by the Sun), Jon Chang alla voce, uno degli screaming più lancinanti che ho mai avuto il (dis)piacere di ascoltare, ora coi promettenti e secondo me anche mantenenti Gridlink, Rob Marton alla chitarra, ovvero uno dei più creativi axeman mai nati in ambito grind, e basta. Sì, neanche i Discordance Axis avevano il basso, e da un po' prima dei Pig Destroyer (comunque molto bravi) di turno.

Ok, direte voi, le premesse sono ok, ma la musica? La musica è un ko al primo round. Perchè i Discordance Axis avevano capito cos'era il grind. Molti oggi sono soliti mettere nello stesso calderone grind, brutal e death, ma pochi si ricordano che il grindcore non è -core per caso: è la forma più estrema e violenta del punk, e il punk, prima che stilema musicale, è concetto. Cos'hanno in comune Johnny Rotten e Greg Ginn? Dal punto di vista musicale poco, dal punto di vista della testa molto; erano due uomini in rivolta, e la loro rivolta in musica aveva lo stesso nome, punk. L'urgenza del messaggio era la priorità, la tecnica musicale, la struttura e gli stilemi compositivi delle canzoni erano invece accessorio, un bonus, qualcosa in più. Si può fare una canzone punk con un feedback di chitarra, una batteria che fa tu pa tutu pa e una voce sguaiata, è già sufficiente. Si può fare una canzone grind con un feedback di chitarra, una batteria in blast beat e una voce che sputa le tonsille, è già sufficiente. Si può fare lo stesso col brutal, col death? No. E questo perchè il metal in genere non è un fenomeno sociale, ma una forma di intrattenimento. Gli stessi testi gore sono una forma di intrattenimento. E' per questo che quando vedo una band che si classifica grind ed ha testi di quel genere scuoto la testa, penso che i Greg Ginn e i Jello Biafra non nasceranno più, e penso anche "maledetti Carcass, bricconi, ma potevate trovarvela qualcosa da dire nell'87!!". E' per questo che l'aspetto musicale nel brutal e nel death è preponderante: perchè il messaggio non c'è! E' per questo che ai concerti grind (di quello vero) ci può scappare la scazzottata e al concerto brutal no.

Ma sto divagando troppo. La sostanza di quello che voglio dire è questa: nei Discordance Axis non troverete riffoni metal, non troverete strutture, non troverete assoli, non troverete voci pulite, non troverete il pezzo acustico al centro per spezzare (metti poi che il cd diventa pesante... in fondo questi deathster hanno un cuore d'oro...). Ma troverete violenza a palate, blast beat di una velocità assassina, un lavoro di chitarra che la maggior parte dei tecnicissimi strumentisti metal là fuori può solo sognare, una voce che farebbe chiamare la mammina pure a Glenn Benton, testi introspettivi e mai banali,  camionate di attitudine (un episodio solo, il più importante: hanno deciso di fermarsi perchè al chitarrista è preso un colpo durante un concerto a causa dei volumi pazzeschi a cui stavano suonando), canzoni emotive, strascichi noise, pezzi ai limiti dello sludge, una cascata di dissonanze, idee musicali da riempirci la discografia dei Napalm Death; peccato che tutto duri ventitre minuti e mezzo. Ma li ricorderete bene, quei ventitre minuti e mezzo, ci potete scommettere.

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