Affascinante, evocativo e ispirato, questo quarto album dell'ensamble canadese Do Make Say Think, targato ancora una volta Constellation Records (quella dei Godspeed You! Black Emperor e Silver Mt. Zion tanto per intenderci). “Winter Hymn, Country Hymn, Secret Hymn” è suddiviso in tre periodi (ulteriormente divisi in tre brani ciascuno), ognuno contraddistinto da un proprio mood. Nell'opera si respira un'atmosfera altalenante, si alternano momenti malinconici, struggenti, drammatici ad altri giulivi o di pura quiete.
L'ambiente in cui le nostre orecchie si ritrovano catapultate è quello del Post-rock strumentale.
Il disco si apre con la prima terna di brani in cui sono le chitarre a giocare il ruolo di “playmaker”: “Federicia”, “War On Want” (più che altro un Interludio) e “Auberge Le Mouton Noir” gli episodi che ne fanno parte. “Outer Inner & Secret” ci introduce al cuore di “Winter Hymn. . . ”; parte lenta aggrovigliandosi su se stessa per poi proseguire in un paio di crescendo prima di trovare lo sbocco per l'esplosione (nella parte centrale) e l’implosione finale. Il quinto brano, l'onirica e armoniosa “107 Reasons Why”, è da perdi"fiato", mentre la funambolica “Ontario Plates” chiude il secondo girone caratterizzato da pulsazioni jazz irregolari. L’epilogo di questa cascata di suoni è affidata all’ultima terna rock-rumoristico-sperimentale: “Horns Of A Rabbit”, “It’s Gonna Rain” e la splendida “Hooray! Hooray! Hooray!”, un vero gioiellino.
Il collettivo canadese, pur sbracciandosi nelle ormai ampiamente navigate acque del genere in questione, riesce comunque a mantenere un suo approccio personale e a sfornare un disco meraviglioso. Le qualità artistiche non si discutono (arrangiamenti curati in maniera impeccabile) e l'ispirazione non manca di certo (miscela di emozioni da capogiro), anche se un “piccolo” debito nei confronti dei GY!BE ce l'hanno.
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