Ho accolto questo Penitenthiagite tra le mie braccia come un bambino. Un bambino, però, abbastanza agitato…
Per chi non lo sapesse, i Dolcinian sono veneziani e suonano un black metal di matrice cristiana (uscendo quindi fuori dal coro in quanto a tematiche trattate), in particolar modo rifacendosi alla storia di Fra’ Dolcino che durante l’inquisizione – per aver criticato i fasti della Chiesa e l’operato del Papa (peraltro giustamente, ma non è questa sede di divagazioni religiose) - venne torturato e bruciato insieme alla moglie.
Come si può capire, quindi, niente di niente dei soliti testi idioti ormai tipici del black metal (ormai non ci dovrebbero essere più chiese nel mondo per quante ne hanno bruciate, almeno nei testi!) e che non dice nemmeno una volta la parola SATAN... incredibile! Mezzo punto in più solo per questo…
Passando al disco, abbiamo a che fare con una intro strumentale abbastanza consuetudinaria intitolata Introitus: Gaudeamus Omnes con un canto gregoriano sopra un suono temporalesco (il tutto vi assicuro che ascoltato la sera da soli o la notte quando fuori piove fa veramente impressione!). Segue la title track. Stesso temporale, ma siamo poi accompagnati da una melodia suadente e lenta che però esplode dopo il primo minuto. Segue un cattivissimo screaming. Historia Fratris Dulcini Hersiarche invece parte più serrata alternando sezioni aggressive e parti acustiche.
L’outro strumentale invece inizia con un gocciolio tenebroso e rimane su buoni livelli per tutti i 4 minuti. Sconvolgente lo strano coro alla fine…
Abbiamo quindi a che fare con un lavoro abbastanza originale, anche se forse è stilisticamente condizionato dal bellissimo (e irripetibile) Bergtatt degli Ulver. Le melodie non sono pompose, e si rifanno al romanticismo veneziano. Unica nota dolente il mixaggio. Le parti acustiche e quelle aggressive non sono ben amalgamate, si sentono quasi degli stacchi. La voce, inoltre, sembra troppo isolata. Però piacciono questi Dolcinian.
Peccato che il mini-cd al momento della stesura di questa recensione sia esaurito (solo 200 copie). Aspettiamo il primo vero album (in uscita proprio nel 2005), che sicuramente regalerà maggiori emozioni anche in virtù di una produzione – speriamo - più curata.
Per ora non ci resta che constatare quanto la scena italiana sia più florida che mai e dare il benvenuto ai Dolcinian nel panorama underground tricolore.
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