Signori e signore, ecco a voi l'esordio datato 2005 (o 2006, ma mi sembra 2005) di uno dei gruppi più presuntuosi dell'intero Brutal Death (forse perfino peggio degli Spawn Of Possession). Provengono dagli Stati Uniti e in verità più che una vera e propria band sono un duo, formato da un ciccione che assomiglia a Topo Gigio e da un pelato che si ringrazia da solo nel Booklet e si auto proclama uno dei migliori batteristi di metal estremo. Da come ve li ho presentati non credo che vi saranno rimasti un gran chè simpatici e devo dire che infatti mi stanno proprio sulle palle; raramente ho visto tanta spocchia e voglia di far musica solo per essere i migliori obbiettivo che, detto tra noi, non riescono nemmeno a raggiungere.

Ma parliamo dei nostri amici più modesti del mondo: uno, come ho detto, è chitarrista, bassista e voce (Topo Gigio) mentre l'altro sta dietro alle pelli e risponde al nome di Jordan Varela (già nei Lividity e nei Lust Of Decay). Questo "Essence Of Brutality" (oltre ad avere un titolo che fa schifo) è come ho detto il loro esordio e non devo specificare che presenta due musicisti non solo già maturi ma anche già pieni di sé: la proposta è sulla carta un Brutal Death canonico che mischia elementi della scuola americana con altri della scuola europea, ma di fatto è un esercizio di stile lungo una mezz'ora in cui i due non fanno altro che fare a gara a chi suona meglio. E fin qui niente di male, non fosse altro che si dimenticano completamente che per fare un disco bisogna fare qualcosa di "bello" (nel senso più generale possibile visto che parliamo di Brutal Death) e non solo qualcosa di difficile. Perfino i "fratelli" Spawn Of Possession almeno in "Noctambulant" qualche pezzo ispirato l'avevano messo, i Domination Throught Impurity invece niente, bonaccia assoluta.

Ma andiamo con ordine e parliamo della mercanzia che i nostri mettono in mostra.

Topo Gigio si dimostra un chitarrista cazzuto; razione quadrupla di Sweep Picking (una tecnica chitarristica abbastanza avanzata) arricchiscono (appesantiscono in questo caso) riff già di per sé complicati, pieni di scale e assoli degni di nota. Sinceramente non so se suoni in altri gruppi e se sì in quali, ma un tipo come questo, inserito nel giusto contesto (e non affiancato ad un esibizionista come Varela) potrebbe fare faville tanta è la perizia che mette nel suonare il suo strumento. Da notare che raramente la velocità alla quale esegue i riff non è quasi mai esagerata: ben fatta la sovrapposizione delle due chitarre, segno che oltre che a scrivere e suonare riff impossibili, il nostro uomo è anche capace a mettere bene insieme le idee (cosa che in canzoni così incasinate è tutto fuorché facile). Alcuni passaggi potrebbero perfino ricordarvi qualcosa degli Psycroptic (la distorsione "pulitina" della chitarra) o almeno questo è l'effetto che mi han fatto, con la differenza che mancano quelle trovate veramente particolari che fanno di questi ultimi dei grandi musicisti. Per quanto riguarda il basso non posso esprimere un giudizio visto che le produzione (perfetta, quasi finta) è tutta concentrata a baciare i piedi (per non dire altro) di chitarra e batteria. La voce del nostro roditore è molto buona, cavernosa al punto giusto, longeva e piena; forse è un pochino monocorde ma di sicuro è il difetto meno evidente di un cd come questo.

Ed ecco che arriviamo a parlare dello spaccamontagne della situazione, il Varela. Batterista eccelso, sublime, ineguagliato, il più bravo del mondo; questo è quello che di sicuro vorrà leggere e quindi lo faccio contento. Le cose però sono diverse.

Nessuno, meno che mai io, si permetterebbe di mettere in discussione le sue capacità tecniche decisamente fuori della norma, semplicemente mi permetto di dire che il suo sfoggio è esagerato e che lui si sa vendere molto bene. Innanzi tutto la batteria è triggerata ed è triggerata male (cioè in maniera esagerata) tant'è che nelle rullate si sente un rumore rimbombante e, mi consenta, più simile a quelle orribili batterie degli anni ottanta che non ad una Brutal Death. In secondo luogo i suoi pezzi sono praticamente un assolo continuo; il sessanta per cento del drumming è fatto da rullate, controtempi e mirabolanti giochini sui piatti e sembra tanto che siano le canzoni ad essere costruite in funzione del "bel" Jordan. Mi sarei aspettato che tirasse fuori qualche bel tempo dispari o magari qualche gustosa variante sui classici ritmi Brutal Death, invece niente, solo rullate, cambi di tempo continui e controtempi vari. Tecnicissimi sì, peccato che non stesse facendo esercizio ma registrando un disco. Mi stupisce che con i Lust Of Decay invece è un batterista veramente innovativo e dinamico, mentre in questo progetto finisce per muffire nelle sue rullate offrendo una prestazione fin troppo "quadrata".

Insomma, "Essence Of Brutality" è un disco tecnicamente ineccepibile, a livello di tanti mostri sacri del genere, ma in quanto a inventiva è veramente povero; maniera, ridondanza e noia (e, ironia della sorte, una passione per i topi che emerge dai testi) sono denominatore comune di queste otto canzoni. In conclusione, mi viene difficile dare un giudizio ad un lavoro tanto leccato quanto inattaccabile: dargli meno di quattro sarebbe come sputare sulle loro abilità, ma dargli questo voto sarebbe come sputare a tutti quelli che, in possesso di minori mezzi, si sforzano per fare qualcosa di più espressivo. Ma visto come li ho trattati lungo tutta la recensione, credo che tutti abbiano chiaro che, qualsiasi sia il voto finale, deve fare media con quanto scritto.

Elenco tracce e video

01   Essence of Brutality ()

02   Pinned to a Guardrail ()

03   In Rat We Trust ()

04   Self Destructive Malevolence ()

05   Terminal Gluttony ()

06   Bit by a Rat ()

07   Cleanse the Flesh ()

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