I Domine li avevo sentiti parecchie volte, sotto forma di canzoni miste all'interno di quelle compilation che danno con i giornali di musica metal. Non avevo mai fatto molto caso a loro, accadde poi che un giorno durante una delle mie (ormai rarissime per questioni economiche) visite al negozio di musica, non trovai niente di interessante, e esitando un pò... comprai questo "Stormbringer Ruler". Beh sicuramente mi aspettavo di peggio, quindi non sono rimasto deluso, il power in fondo è un genere di facile ascolto nell'ambito metal, e che a me difficilmente non piace.
Fatto sta che questo è il loro secondo album e che I Domine non li ho mai conosciuti abbastanza, quindi non so se ora, anche loro come tutti le altre band (in particolare power) hanno perfezionato il loro stile e hanno aggiunto cambiamenti strutturali, come i Labyrinth che con "Freeman" sembrano un altro gruppo; ma questo album è il tipico album "Power" e niente di più. Ma non vuol dire che non è bello, anzi. Questi ragazzi Toscani se la cavano niente male. Forse di particolare ha le sfumature heavy metal e atmosfere epiche che non tutti i gruppi melodici hanno, se non altro. È veloce, è tecnico, è molto epico, il cantante Morby ha la tipica voce da castrato che nel Power è essenziale. Non ne sono sicuro, ma dai temi delle canzoni sembra che questo album sia dedicato a qualche racconto Fantasy particolare.
L'album si preannuncia grazie a The "Legend Of Power Supreme" ovvero la classica introduzione, con la voce femminile che annunica una profezia imminente, con uno sfondo malinconico e una base di chitarra modesta ma carina; attacca di conseguenza "The Hurricane Master" canzone molro ritmatica, rabbiosa aggressiva (ma non troppo) con un bellissimo assolo di chitarra, e giochi di sincronismo ben fatti, il ritornello però sembra disegnato come sigla di un cartone animato di guerrieri, e finisce con una bella sgolata lacera corde vocali. Segue come terza "Horn of Fate" il cui ritmo prende, è un brano molto epico, incomincia malinconico ma sfocia in sonorità havy melodiche con la presenza dei tipici cori chiesari nei ritornelli. Presenta assoli di chitarra dinamici e coinvolgenti. Dopodichè si presenta al cospetto dei nostri padiglioni auricolari "The Ride of the Valkyries", che con superbia è dedicata alla cavalcata delle valchirie, una canzone apparentemente tranquilla, essa presenta base rilassante di tastiera e due voci alternate che ci cantano sopra, sembra un lamento eroico o forse ancora di più sembra la cantata di un menestrello medioevale, fin quando la Epicità non faccia il suo ingresso, e sembra incredibile quanto in questa canzone c'è molto "Manowar" stile. Si perchè le voci e i giochi di batteria sembrano prendere molto dal famoso gruppo. È una canzone molto carina in cui ha un ruolo importante la tastiera, in cui gli assoli di chitarra sembrano invocare guerrieri defunti e che presenta anche la voce della cantante dei Beholder. L'album acquista un pò di monotonia e di poco interesse con "True Leader Of Men", questa canzone è molto incazzosa ma non presenta niente a livello di originalità o di Specialità, ha una batteria pompante, una voce aggressiva, poi verso il centro si placa con la tastiera che attribuisce al tutto un'atmosfera eroica e anticipa assoli carini, è un pò irritante il fatto che nel ritornello si continua sempre e solo a ripetere il titolo della canzone. Rimedia la canzone successiva, "The Bearer of the Black Sword" molto particolare, dura sette minuti incomincia con una base epica in cui agisce una chitarra classica, in un primo momento sembra essere questa la vera canzone calma dell'album ma all'imporvviso una voce aggressiva e cupa annuncia una scarica di riff di chitarra eletrrica e un cambiamento di atmosfera. tuttavia è più bella l'utlima parte della canzone, in fase conclusiva. L'album giunge verso la fine, viene sparato "The Fall Of The Spiral Tower" un brano puramente heavy metal con chitarre aggressive, poi "For Evermore" che è la tipica ballata power ( Ci avete fatto caso che non esiste un album power senza la solita ballata tranquilla?)Suona un pianoforte, Morby si fà nuovamente accompagnare dalla tipa dei Beholder, che però dice solo "eh" e "ah". Conoscendo colossal e capolavori di Ballad Power come Coming Home degli Strato e tante altre si potrebbe dire che questa si possa anche suicidare, ma perchè no lasciamola scorrere... E (certi diranno finalmente) l'ultima canzone, "Dawn Of A New Day" maestosa, potente, parecchio riffata, aggressiva a tratti, epica e di piacevole ascolto.
In conclusione, che dire: se siete dei Power metaller affezzionati allo stile fantasy e epico questo album potrebbe essere una perla, se siete metallari in cerca di nuove sonorità forse questo album non vi dirà niente. È quindi un album mediocre, ottimo per certi aspetti, sufficente per altri e banali per ultimi. Nel complesso, sinceramente contiene più ricadute che momenti da valorizzare ma insisto nel dire che in una collezzione di album originali non guasta, e ci fa una sufficiente figura.
Elenco tracce e video
03 Horn of Fate (The Chronicles of the Black Sword: The End of an Era, Part II) (07:33)
06 The Bearer of the Black Sword (The Chronicles of the Black Sword: The End of an Era, Part I) (07:21)
08 For Evermore (The Chronicles of the Black Sword: The End of an Era, Part III) (06:24)
09 Dawn of a New Day (The Chronicles of the Black Sword: The End of an Era, Part IV) (10:57)
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