Dominic Miller accarezza le corde e dona loro voce propria.

L’ambizioso progetto di un album da solista risiedeva nei cassetti di Dominic Miller da diversi anni, dimenticato ed impolverato, senza mai essere preso in seria considerazione dall'autore stesso.

Solo nel 1995, grazie anche all’appoggio della sua famiglia, le più intime composizioni dell’argentino discepolo di Sebastio Tapajos diventano parte di quel progetto che, nota dopo nota, assume la sua forma definitiva.
Tutto questo in pochi mesi.

Inizialmente concepito come progetto di album rock, deviando poi per le linee melodiche di pop e jazz in un unicum di stile, “First Touch” è in realtà un album di “chitarra classica” nell’accezione più stretta della definizione.

Dominic Miller è un chitarrista classico.

L’immensa esperienza maturata negli anni precedenti a fianco di Sting e Phil Collins, nelle innumerevoli tournee o nelle registrazioni in studio, danno giusto equilibrio e sapienza alla composizione definitiva dei brani, così dolci e delicati all’ascolto da sembrare ovattati di silenzio.

C’è solo l’essenziale.

L’intero lavoro è portato a termine fra le quattro mura domestiche e pare contenere il calore degli affetti che Dominic Miller ha voluto tenere vicini a sé durante le fasi più importanti della sua composizione.

Dominic Miller ci ha regalato un capolavoro di dolcezza e serenità.

La stessa copertina è un frammento di quella dolcezza che regna in “First Touch”.
Misty, figlia di Dominic, ha appena mosso i suoi primi passi e traballante cerca di raggiungere suo padre che suona quelle dolci melodie che tanto la fanno sognare.
Sasha Gusov documenta fotograficamente quell’attimo di naturale bellezza.
Misty sfiora le mani di suo padre. First Touch.

Dominic Miller le dedica il suo lavoro, con un tenero sorriso.

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