'Nighttown', La Città Di Notte. Sembra il titolo di un film di Antonioni. Invece è il titolo del CD di uno degli artisti più intelligenti e sottovalutati della galassia jazzistica mondiale: Don Grolnick. Arrangiatore e fine intellettuale dal talento debordante e molto discreto. Amante della musica di qualità senza pregiudizi, al punto da diventare l'arrangiatore ed il tastierista di James Taylor per lungo tempo in special modo per ciò che riguarda le esibizioni live. Altri dischi bellissimi del nostro sono 'Hearts and Numbers', gemma nascosta nelle pieghe della discografia mondiale e 'Medianoche', delicatissimo e latineggiante.
'Nighttown', inciso nel '92 è un disco di incredibile bellezza. I musicanti scelti per l'occasione danno un'idea della stima di cui godeva lo scomparso (da poco) Don: vi bastano Randy Brecker (tromba), Joe Lovano (sax), Steve Turre (trombone), Marty Herlich (cl. basso), Dave Holland (cb), Bill Stewart (batteria)? Nel disco in questione troviamo sette brani composti dal titolare, più un classico di Cole Porter 'What Is This Thing Called Love', arrangiati per l'occasione per questo settetto scatenato ma compatto, creativo e geniale, in ossequio ai più rigidi canoni Blue Note anni sessanta! Incredibile ma l'aria che si respira è quella.
L'atmosfera che pervade è nebbia, New York, film polizieschi in bianco e nero, fumo e whisky. Ma col beneficio di una registrazione impeccabile anni novanta. Tanta musica stupenda giocata con classe da vendere; unisoni e soli semplicemente perfetti. Senso della misura e lavoro di sezione ben calibrato per i fiati. Stacchi precisissimi e tracce omeopatiche di Lee Morgan, Davis o più avanzate tipo Steps Ahead, Bob Mintzer e David Williams.
Tracks: 1) 'Heart of Darkness' 2) 'What Is This Thing Called Love' 3) 'One Bird, One Stone' 4) 'Nighttown' 5) 'Genie' 6) 'Spot That Man' 7) 'The Cost of Living' 8) 'Blues for Pop'. Non sembra il caso di descrivere nel dettaglio cosa succede in ciascun brano; qui parliamo 'semplicemente di jazz', cioè di una esposizione del tema, dell'elaborazione da parte di un paio di solisti, uno per volta, ripresa del tema fine. Semplice, no? Provatevici! Come diceva qualcuno: "Non si impara a fare i registi guardando Fellini, Spielberg o Kurosawa: ti fanno sembrare la loro arte semplice-semplice, come andare in bicicletta. Si impara invece guardando i cattivi registi".
E allora nell'attesa di imparare, noi intanto ci ascoltiamo queste interpretazioni incredibili, pezzi pieni di gusto e di voglia di fare jazz. Tanto swing ed energia che ci serve come ricarica. Per girare La Città Di Notte. E godercela. Nighttown: push the gas all the way down. Baby. : -) V.
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