Sadismo - Performance

(1973)

Regia di Donald Cammel e Nicolas Roeg.


Una versione acida di Persona di Ingmar Bergman, così potremmo definire Sadismo o meglio Performance - titolo originale nettamente più interessante rispetto a quello italiano che è più moralistico e fuorviante sul vero significato del film. Questa pellicola del 1973 che vede tra i suoi protagonisti l'esuberante frontman dei Rolling Stone, Mick Jagger, nel ruolo di una ex rockstar che si nasconde dal mondo in un anonimo palazzo della periferia britannica con due groupies, tanti allucinogeni, dei libri di Borges che ricorrono spesso nei discorsi dei protagonisti - e un misterioso alone esoterico che risente delle filosofie orientali e del pensiero di Alesteir Crowley - fu realizzato a quattro mani da due controversi registi britannici, Donald Cammel e Nicolas Roeg. Il primo collaborò a Lucifer Rising del regista satanista Kenneth Anger, il secondo è ricordato per " L'uomo che cadde sulla terra" con la rockstar aliena David Bowie e per " L'inizio del cammino". Con un montaggio alternato, spesso nevrotico in perfetto stile free cinema e con rimandi alla poetica di Anger e del suo " Scorpio Rising", quest'opera bizzarra e affascinante, all'epoca fu un flop colossale, troppe scene di sesso con bisessualità e androginia a tutto spiano - su cui Mario Mieli parlerá qualche anno dopo nel suo indimenticato saggio " Elementi di critica omosessuale" in risposta alla censura sociale sulla sessualità che si contrapponeva ai movimenti di liberazione sessuale dell'epoca. Diventato un cult negli anni novanta e ampiamente rivalutato dalla critica che all'epoca lo stroncò senza pietà, Performance ha la pecca di mettere sul piano narrativo troppa carne al fuoco e di perdersi nei suoi concetti sulla vita, la natura dell'uomo e su il suo gender fluid mutevole e sorprendente, ma riesce comunque ad essere un'opera magnetica per lo spettatore che attirato dalla sua eccentricità non può che immedesimarsi a suo malgrado nell'omofobo Chad, aitante criminale a metà strada tra Alain Delon e Jean-Paul Belmondo che dopo aver fatto uno sgarro ai suoi capi - la cui omosessualità è spesso ironicamente svelata agli spettatori - si nasconde in un seminterrato dove vivono Turner, una rockstar che ha smarrito il demone dell'ispirazione e le sue splendide amanti. Chad è subito attratto dalla libertà sessuale con cui il protagonista vive la relazione con le due donne ma è soprattutto intrigato dal modo con cui Turner esprime la sua parte maschile e la sua parte femminile. Chad rappresenta in un certo qual senso la società omofoba e patriarcale che incontra la libertà dei giovani sessantottini restandone spiazzata, cercando di ripudiarla in tutti i modi ma alla fine rimanendone vittima, come se ci fosse un disegno più alto, quello delle pulsioni umane che come un incantesimo agiscono sull'uomo. Così Chad si sente più attratto da Turner, lo vuole possedere, vuole diventare lui. Il risvegliarsi della sua parte femminile, la consapevolezza inconscia di essere stato vittima di una stregoneria di Turner e delle sue " streghe" lo porterà però a un gesto estremo, perché il femminile di un gangster deve essere taciuto non può uscire allo scoperto.

Carico i commenti...  con calma