La Francia ha una particolarità che la differenzia dalla maggior parte degli altri stati: nonostante i suoi gruppi non abbian mai goduto di grande fama, ha da almeno 15 anni una scena importante e produttiva (le fantomatiche Legioni Nere), che ha visto alternarsi un periodo iniziale dominato da Mutiilation, Gestapo666, Malleus Maleficarum (e altri), ed uno contemporaneo che vede tra le band di spicco Funeral Mist, Deathspell Omega, Merrimack, Onskapt (quello che si suole definire "Religious Metal").
A questa scena è necessario contrapporre tutte le realtà locali che hanno orbitato attorno a questa o han composto nuclei a se stanti: gli Avignonesi Celestia, i Normani Blut Aus Nord, i Tolonesi Kristallnacht, ed infine i Lionesi Crystalium. Dall'area occidentale del paese (Loira Atlantica) vengono invece tre band molto interessanti, legate a sfumature diverse del medesimo suono: i CYT, dediti ad un black tradizionale, Hostis, one-man band dark-ambient, ed il nostro Drastus, progetto solista del chitarrista dei CYT. Se consideriamo che le tre band ruotano intorno a 4 personaggi ci accorgiamo che definire queste realtà come una "scena" è troppo ardito: il valore tecnico pretende almeno uno sguardo approfondito.
Questo "Roars From The Old Serpent's Paradise" (del 2005) è il primo lavoro di Drastus, che da solo mette a punto un suono pregno di atmosfere negative e plumbee, supportato da un lavoro notevole alle chitarre e da un'originalità fuori dal comune, per una band all'esordio come per una affermata. Sette tracce che comunicano a chi ascolta un senso di desolazione abnorme, giocato per una volta su ritmi velocissimi, che creano un contrasto con la tradizionale lentezza che è stato adottata da molte proposte Depressive. La stessa definizione di Depressive è limitante, dato che da un punto di vista lirico permane sì l'aspetto decadente, ma questo viene espresso attraverso un immaginario simbolico, quasi metafisico, che ha poco da spartire con la maggior parte delle proposte odierne; forse questo è dovuto al fatto che in seguito alle fasi iniziali del sotto-genere si arrivati ad una varietà di modi con cui esprimere il disagio esistenziale davvero elevata.
Il disco non ha punti morti: dei sette brani che lo compongono, almeno 4 sono dei capolavori, e rappresentano il nucleo (anche da punto di vista della disposizione nella track-list) dell'album; questi sono intervallati da brani strumentali, che si destreggiano tra momenti Dark-Ambient, punti Rumoristici, e momenti Industriali. I brani invece che caratterizzano lo stile di Drastus si muovono su coordinate Black Metal molto prossime a sonorità industriali. Spero che questa precisazione non metta all'erta i detrattori delle sonorità moderne, dato che il francese non ha niente a che fare con il cosiddetto Industrial Black Metal, che spesso relega la componente futuristica a mero intrattenimento estetico, o ancora peggio, ad elemento di "disturbo", ad intaccare la struttura del riff.
La formula di Drastus vede invece la perfetta integrazione tra lato industriale e lato metallico: il lato elettronico si fonde in modo armonioso con la struttura dei riff, donando a questi un aspetto molto freddo e tagliente, legato a sonorità post-atomiche, disperate, cupissime. La drum-machine stende ritmiche serrate e velocissime, in grande armonia con lo spirito alieno della musica. La voce rappresenta un punto favorevole e dolente al tempo stesso: un growl basso e sporco, che emerge ogni tanto dall'ombra, regalando momenti soffocanti d opprimenti. Da rivedere comunque l'aspetto pratico della questione, in quanto non sempre il cantato è al livello dell'ottima musica. Nonostante queste imperfezioni alcune soluzioni lasciano aperti spiragli di maturazione, come le parti in clean vocals. Un altro aspetto da migliorare è la composizione delle parti Ambient e strumentali, ancora troppo acerbe rispetto agli altri brani, che già mostrano un gradi di completezza superiore.
Resta comunque un disco che a modo suo è già fondamentale, e che pone le basi per la definitiva consacrazione del progetto. Il tutto ovviamente nascosto e celato da riviste e specialisti.
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