“Pronto?”
“Michele sono Giovanni”
“Ohi Giovanni! che mi dici?”
“Così, un saluto, è un pezzo che non ci sentiamo…che fai di bello?”
“Sto ascoltando musica, ho nel lettore Octavarium dei Dream Theater”
“Ah! E’ sempre il tuo gruppo preferito?”
“E’ tornato ad esserlo con questo album! Sai non sono certo un metallaro, mi piacciono le melodie, le strofe e i ritornelli…e i loro due ultimi album erano un po’ troppo duretti per i miei gusti, questo invece è molto vario e melodico…poi c’è questa suite che lo eleva di molto, mi sembra proprio il massimo delle suite, un compendio del meglio che può dare questa forma musicale. Mi ritrovo spesso ad ascoltarmela da sola, senza arrivarci dai cinquanta minuti di musica che la precedono nel CD…ha un crescendo e un apoteosi finale che mi fanno esplodere la testa...tu che ne pensi?”
“Mah guarda quel CD lo conosco bene, ma io i DT li ho mollati da un pezzo e Octavarium non mi ha fatto cambiare idea anzi…eterna gratitudine a quanto mi hanno dato all’inizio ma poi…ancora non mi spiego cosa gli ha preso! Tutto è filato liscio fino ad Awake, anzi a “Change Of Season” (la suite): tre dischi e mezzo grandiosi, diciamo meglio due e mezzo perché nel primo il vecchio cantante faceva abbastanza cagare, con i DT  solo bravi e personali, le loro mille influenze musicali c’erano già ( e chi non ce le ha?) ma ben centrifugate insieme, veniva fuori la musica dei DT e basta, ora invece sembra di fare lo slalom fra Yes Genesis Rush Floyd e chi più ne ha più ne metta…ma perché?”
“Beh a me non dà fastidio, non ci bado nemmeno, quello che mi interessa è la buona musica e Octavarium è grande musica…”
“Eh sì grande musica, ma non grandissima…le mancherà sempre qualcosa, è come il primo della classe che quando lo interrogano cita i libri a pappagallo, frase per frase parola per parola, e il prof coglione gli dà il massimo dei voti…io gli darei la sufficienza e virgola…”
“Adesso esageri, i DT hanno bene il loro suono, anche perché le loro partiture sono ben poco riproducibili da altri, e poi il timbro di Labrie è unico, apre la bocca e sai che è lui, ha una “pasta” di voce bellissima e il suo stile, il suo approccio…”
“Si…quando però i suoi compari non lo costringono a pisciare fuori dal vaso…Credo di avere le idee chiare su Labrie: per me è un (grande) cantante A.O.R. e riga, non è buono per il metal.”
“Ma va a cag…”
“Ma dai! Ascoltalo bene! Ha un timbro bellissimo, ma quando non forza troppo, quindi nelle ballate o comunque quando non deve sovrastare i bicordi di Petrucci e il treno di cassa di Portnoy…quando deve fare il metallaro, la voce gli diventa stridula, forzata, sgradevole…”
“Guarda che alla fine di Octavarium gli urlacci che tira, prima dell’apoteosi finale di Petrucci, sono fantastici, mi danno i brividi…”
“Si li ho apprezzati anch’io, ma è l’eccezione che conferma la regola…non parliamo poi di quando coverizza Plant o altri “storici” del metal, francamente è quasi ridicolo…non ha proprio lo spirito hippy di Plant, o che so la carica beffarda di Hetfield…certo che fa un lavoraccio!”
“In che senso scusa…”
“E’ che lui è canadese e vive nel suo paese, prende ogni volta un aereo e raggiunge gli altri a New York, vanno in sala prove e si becca interi quarti d’ora di nuova musica Dream Theater già belli che arrangiati, spesso complicati, e lui ci deve infilare delle linee melodiche! Mica facile, infatti in molti pezzi la linea del canto sembra attaccata col cerotto…”
“Non certo in Octavarium, che è molto compatta, sequenziale e armonica, un quarto dei testi sono addirittura suoi…, ma tornando a bomba mi vuoi dire infine perché questa suite la trovi tanto “derivativa”, come si dice, chi ci trovi dentro?”
“Parecchia gente. L’incipit è quello di “Crazy Diamond” dei Floyd, col tappetone di tastiere e sopra le lap steel (la prima di Petrucci, la seconda, un pelo incerta, di Rudess)… “
“Non mi dire che poi senti sapore di Jethro Tull solo per quel flauto solista!”  
“Infatti no! Niente Tull, Anderson non ha mai suonato il flauto in quel modo, il suo è uno stile con molto più attacco e insomma quello in Octavarium è un approccio classico, fra l’altro è proprio un orchestrale che lo esegue. Se lo potevano tenere, francamente, il tema melodico è assai piatto, e le similitudini sono piuttosto coi Genesis era Gabriel, quando Peter si dilettava a suonare dei passaggi di flauto simili. Tutta la prima parte, con le strofe tranquille di Labrie su pianoforte e 12 corde, è molto genesisiana…”
“E quando la musica ha uno scarto entra la ritmica e Labrie passa all’ottava sopra?”
“Arrivano gli Yes! In realtà tutta la struttura del pezzo ricorda soprattutto lo schema di “Close To The Edge”, col grande finale e la dissolvenza (in questo punto la similarità è spudorata…)
“E che mi dici di Rudess?”
“Molto presente, più del solito, molto brillante…ma è quello più derivativo di tutti…”
“Però gli obbligati in unisono con Petrucci sono da paura…”
“Come sempre…fanno questi “Voli del calabrone” di precisione inaudita e ce n’è uno in Octavarium da paura…ma io preferisco altri momenti, ad esempio gli accordi di Hammond incazzato che ad un tratto emergono in un passaggio fra un assolo e l’altro…che timbro sublime aah…ti ricordi Ken Hensley con gli Uriah Heep? Quella roba lì mi ricorda!
“Gran Hammond quello di Hensley! Parlava! A me invece fanno impazzire quei sei secondi di acustica che Petrucci porta in primo piano sopra quegli stacchi, in pieno marasma elettrico. Che tiro! Che classe…”
“Vero, lì siamo al meglio dei DT, e Petrucci è anche fantastico alla fine, con quei disegni melodici sugli acuti nel trionfo finale, pieni di feeling, pieni di cuore…e pieni di intonazione! Che mica è facile tenere quei vibrati, espressivi ma non calanti né crescenti…sicuramente di Octavarium mi piace più come finisce che come comincia…”
“Io la sento come un tutt’uno…ma quello che continuo a non sentire è il Myung, ma perché?”
“Mistero…di Portnoy si sente fino all’ultimo piattino, il basso in questo gruppo invece non viene fuori mai dal mix…non in studio e tantomeno dal vivo, saranno gli Yamaha, saranno le sue dita…”
Vabbè io resto del mio parere, Octavarium è la suite perfetta, c’è dentro tutto, è diventato il mio pezzo preferito dei Dream
“E io del mio, è roba che si merita un bel sette ma non di più…beninteso, ce ne fossero di gruppi come i Dream, con tutta la merda che va per la maggiore! E’ gente seria, che si fa un gran culo a suonare e suonare bene…solo che…non mi scaldano più! Grande ammirazione e rispetto, ma non è amore.”
“Ciao Giovanni, non capisci un cazzo ma sei un grande!”
“Anche tu Michele, rock on comunque!”
“Sempre! Ciao” - CLICK

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