Nel 2001 i più grandi CD Oi! sono già usciti e ci si affaccia al nuovo millennio con poche idee e pochi soldi in tasca. Youth is gone, crew is dead... Ma ancora qualcosa da offrire c'era. Prima dei Bull Brigade, prima del metalcore, prima delle commistioni tra hip-hop e hardcore, la scena Oi! aveva ancora alcuni dischi da sputare: uno di questi era "Solo per noi" dei Duap.
Musicalmente la più evidente influenza artistica sono i Colonna Infame Skinhead, con cui il gruppo in questione condivise uno split, ma il sound è più compatto, ma un uso più massiccio dei cori e dei ritornelli sparati e forse è un pelino meno vario. Non ascoltate questo disco sperando di ricavarne grandi ispirazioni, perché questo disco fa quello che vuole fare: riempire la serata in un live club di qualche periferia piena di skinhead che non aspettano altro che una rissa. Non cercate l'emotività che ha reso grandi i Banda del Rione e aspettatevi solo fino a un certo punto la melodicità degli Erode, perché qua si pesta; un certo gusto melodico c'è indubbiamente, ma mi sentirei invero di riferirmi di più a un certo gusto ritmico piuttosto che melodico. Infatti ci sono diversi cambi di tempo (sfido chiunque a inquadrare al primo ascolto i ritornelli di "Odio" o "Eroe di nulla") che rendono l'ascolto un pochino più vario. I riff sono azzeccatti e la batteria martella, nonostante ovviamente dopo ormai anni e anni di street punk che all'epoca si erano stratificati, era difficile cacciare un riff o il ritornello che non sembrasse mezzo rubacchiato da qualche altro brano. Presenti anche i tipici intermezzi di basso che ti fanno dire "Hey, questo bassista ci sa fare!" mentre chiunque suoni il basso da tre giorni sa che sono facili come bere un bicchier d'acqua.
Un elemento che si avverte è come 25 anni di musica pesante stessero ormai facendosi sentire sulle spalle di punks e metallari. "Non s'accorgerà nessuno se sei morto oppure vivo" (da "Eroe di nulla) non vi ricorda "feelin' like nobody cares if i live o die" (spero non ci sia bisogno di specificarlo, da "Breaking the Law" degli immortali Judas Priest)? Il testo di "Vivi per te" sembra rifarsi massicciamente a quello di "Asociale Oi!" dei Nabat, così come "non ci caschi più, tu la colla non la tiri" (da "Uno stile") potrebbe essere un riferimento a un pezzo dei Ramones dedicato proprio alla colla. Questi non vanno assolutamente interpretati come plagi, anzi: la memoria di uno skinhead disilluso si concretizzava in queste frasi che ormai ci sembrano scontate, ma non lo erano. E non lo sono.
C'è però anche da dire che alcuni aspetti dei testi non sono proprio buoni esempi di morale. Mi riferisco principalmente a un "culto della violenza" tutt'altro che metaforico e a uno sfoggio di astensionismo politico che trovo siano comprensibili per chi viveva in certe condizioni in quegli anni, ma che al contempo non posso non condannare. Ma del resto, chi si aspetta di ascoltare un gruppo Oi! sconosciuto ai più per trovare i testi del Banco del Mutuo Soccorso?
Quello che abbiamo dunque tra le mani è quindi una mezz'oretta di street punk di qualità, che per ragioni varie non sarebbe il punto zero che consiglierei a chi vuole avvicinarsi all'Oi! ma che sicuramente rappresenta un capitolo importante. Brani ottimi di alternano a episodi un po' più noiosetti ma che rappresentano comunque una minoranza che non impatta granché sulla resta complessiva dell'lp. I vecchi skinhead sicuramente conoscono questo disco, e chi vuole scoprire questo genere, prima o poi dovrà passare da qua. Voto: 80/100.
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