Bree (Felicity Huffman) è una donna transessuale colta e tradizionalista (a tratti bacchettona) che cerca di barcamenarsi tra due lavori per potersi pagare l'intervento di riassegnazione sessuale. Ad una settimana dal sospirato intervento scopre di avere un figlio, Toby (Kevin Zegers), un diciassettenne scapestrato e problematico con qualche problema con la giustizia. La psicanalista le impone di risolvere la questione col giovane prima di apprestarsi a subire l'intervento.

Bree è disperata: tiene tantissimo a quell'operazione: è stata lo scopo della sua vita e ora c'è il rischio che sfumi tutto per un figlio di cui neanche sospettava l'esistenza (spassosa la frase di Bree quando la psicanalista le chiede notizie della relazione eterosessuale dalla quale è nato il ragazzo: «è stata una storia così tragicamente lesbica che non pensavo contasse»). Ebbene, Bree 'messa alle strette' parte per New York. Pagata la cauzione, Toby le viene affidato. Lui crede che lei sia una sorta di missionaria che, in affiliazione alla chiesa, si occupa di aiutare giovani con problemi, e lei non si lascia sfuggire la ghiotta occasione per non rivelare la sua vera identità. Verificate le condizioni squallide e di estrema povertà in cui versa il ragazzo (per guadagnarsi da vivere si prostituisce), la donna si lascia intenerire e decide di accompagnarlo in California, dove intende tentare la carriera di pornostar. Inizia così un lungo viaggio in macchina, da costa a costa, durante il quale i due si conoscono, si affezionano l'uno all'altra, si scontrano spesso. Bree viene a conoscenza dell?infanzia difficile di Toby, fatta di violenze e si sente sempre più legata a lui. D'altro canto Toby, che non sospetta la vera identità della donna; scopre per caso la sua condizione di transessuale, accettandola con fatica non tanto per la cosa in sé, quanto perché si ritiene in diritto di sapere tutto della sua nuova amica.

Il film si svolge tutto on the road, con diversi episodi divertenti e altri toccanti. La storia è buona, la regia idem. Quel che non convince è la protagonista. Felicity Huffman nei panni della transessuale è davvero poco credibile: trucchi, parrucche e costumi poco servono a renderla convincente. Le movenze forzatamente effemminate la rendono una classica macchietta della 'checca', per non parlare della voce: più che una transessuale, la Huffman (e la doppiatrice italiana) sembra totalmente afona. Credo che per un film come questo, Tucker si sarebbe dovuto affidare ad un uomo. Androgino, magrolino, ma pur sempre uomo. La storia tratta di una persona che decide di affrontare la transizione in età abbondantemente adulta, quindi ormoni e chirurgia possono fare molto poco e la persona mantiene la voce bassa e il fisico maschile: era estremamente più credibile Terence Stamp nei panni della transessuale Bernadette nel film 'Priscilla, La Regina Del Deserto', sia quanto a fisico che quanto a movenze ed atteggiamenti.

Tornando a 'Transamerica', nel complesso il film è carino, si lascia guardare. Ci sono scene molto divertenti: soprattutto l'incontro con la famiglia di origine di Stanley/Bree è una lunga gag in cui una formidabile Fionnula Flanagan, nei panni della madre di Bree da un'interpretazione fresca e divertente. Il transessualismo è paradossalmente solo un argomento marginale nel film. Gli argomenti trattati più approfonditamente sono il rapporto tra genitori e figli, la differenza tra sogno e realtà, il 'viaggio' che ognuno di noi compie nella propria vita. Interpretato quindi da un attore uomo avrebbe potuto essere un bel film: il 'mezzo lieto fine' con Toby che, come disse quando ancora non conosceva la vera identità di Bree, compra dei vestiti che per lui sono belli e va a fare una sorpresa a suo padre è piacevole e commovente.

'Transamerica' è un film divertente, ma che perde tantissimo del suo peso per la scarsa credibilità della protagonista (e dire che è stata pure strapremiata: mi chiedo se le giurie che hanno assegnato i premi hanno mai conosciuto, in vita loro, una vera transessuale!) ma con una bellissima colonna sonora: tra tutte, superbe le interpretazioni di Dolly Parton in «Travelin' Thru» e di Lucinda Williams in «Like a Rose».

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