Il nome del gruppo è molto divertente, il titolo dell’album è come il nome del gruppo. E Josh Homme suona la batteria. Potremmo finirla qui e dire, “andate e ascoltatelo, se vi va”.

La mia prima vocina invece ha detto: “Ehi Damaskinos, ma non lo capisci. E’ un capriccio di Homme, voleva solo suonare un po’ la batteria. Si è ricordato di aver lasciato il suo compagno di scuola Jesse “the Devil” Huges nelle Desert Sessions 3&4 – siamo arrivati alla 9&10 ormai – gli ha portato chitarra e microfono e gli ha detto che poteva finalmente raccontare tutte le sue storie di ragazze, diavoli e deserti”.

La seconda ha detto: “Ehi Tanica, ma senti che ritmo questo boogie-rock e questi riffs così semplicemente garage e le pennellate di blues e questa voce falsetto e quest’aria da area di servizio in mezzo al niente. E poi la batteria, così divinamente simile a un metronomo”.

Insomma è un disco d’amore, ma anche un disco d’odio. Con suoni scontati, ma coinvolgenti. Testi deliranti, ma tremendamente divertenti. Per chi spera nel presente, ma sogna anche del futuro. Per chi ha il Sud nelle vene e la California sulla lingua. Per chi ama i cameo di Nick Olivieri, ma non disdegna le incursioni di Tim Van Hammel (dEUS).

Per chi non si rifiuta di collegarsi al loro sito www.eaglesofdeathmetal/slims per scaricare tutto il concerto allo Slims di San Francisco prima, e poi su www.foundryfilm.com/musicvideos/creeper/ per il trash-video di Midnight Creeper.

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