Come in un racconto di Chuck Palahniuk, due ragazzi cresciuti a Columbus nell'Ohio vengono sorpresi a bere quantità industriali di birra e sfasciare amplificatori nel garage sotto casa. Cacciati dalle loro famiglie per tradimento alla chiesa pentecostale e ostracizzati dagli amici scappano a New York dove formano una band il cui elementare suono si riallaccia allo stile puro del METAL, prima che questo genere venisse ripartito in 50 mini-categorie diverse. Così, in una manciata di minuti iniziali - l'attacco inebriante di "Four Walls", pura scuola NWOBHM - gli Early Man sputtanano le proprie intenzioni con scintillante dimostrazione di talento.

Già me li immagino: Mike Conte (voce e chitarra) si sbatte con una Gibson Sg del '73 nel tentativo di squagliare le distorsioni naturali degli amplificatori Marshall e Peavey mentre il suo socio Adam Bennati pesta le pelli dietro una batteria da 500 libre, incapace di produrre tempi diversi dagli unici due che ha imparato: tempo-Sabbath e tempo-Maiden. Anacronisticamente stupendo, rozzo, schietto e genuino, "Closing In" è una nube nera di riff metallici e refrain impastati al groove pesante e legnoso che non smette di battere, dal primo all'ultimo secondo per ciascun brano. Una bomba di disco. Soltanto perché riesce a frullare in modo pazzesco gli scarti di gente come Judas Priest, Celtic Frost, Black Sabbath, Iron Maiden, Mercyful Fate, Metallica, Minor Threat, Diamond Head e Motorhead.

Come abbiano fatto questi due tipi ad assemblare tutto ciò mantenendo una propria identità/personalità senza scivolare nel banale riciclaggio è per me un mistero ed il motivo per cui probabilmente mi sono innamorato di loro. Certamente in molti guarderanno agli Early Man con giustificato scetticismo: il Metal è andato avanti e si evoluto ed il tempo è un fottuto assassino! Ma l’ascolto di "Closing In" è un'esperienza esaltante anche perché mette addosso un'autentica, semplicissima nostalgia per "quello che fu" ed allo stesso modo rinnova l'amore incondizionato per questa musica vecchia, nuova, futuribile e... dura a morire! Ora, dov'è che ho messo la mia copia di "No Sleep 'till Hammersmith"?

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