Earthlings?, come forse molti di voi già sapranno, sono il "brain-child" di tre individui ben noti, sia nella scena rock di New Orleans che in quella stoner del leggendario Deserto di Joshua Tree.
E in questo secondo disco della band le collaborazioni creano un mix estremamente vario di generi (blues, stoner, psichedelia, rock, electronica ecc.), che porta l'ascoltatore in un viaggio narcotizzante di suoni onirici e visioni tormentate, guidato dalla voce "rassicurante" di Pete Stahl, le tastiere ossessive e prominenti di Fred Drake e le chitarre e i bassi di Dave Catching.

Le "comparse" in questo viaggio intenso e, a suo modo, fisico, sono il meglio che la scena musicale possa offrire al momento: Josh Homme presta la voce nel pezzo d'apertura "Visionary Messenger", e le sue manine d'oro per suonare la chitarra in "Vegan Meth"; Dave Grohl sta dove dovrebbe SEMPRE stare, e suona la batteria in "Rock Dove", dove (perdonate il gioco patetico di parole) si nota anche la guest appereance di Mr. Mark Lanegan in persona.

La cover di Chuck Berry, "Johnny B. Goode", è resa lugubre e ansiosa dall'uso pesante del synth e aumenta sempre più la sensazione di trovarsi in un sogno da cui non ci si può, o vuole, svegliare. "Rock Dove" fa pensare a un horror alla "Profondo Rosso", mentre "Vegan Meth" è praticamente un urlo tribale che evolve organicamente in una mini sinfonia d'archi, grazie allo "step-in" di Petra Haden ai violini.
"Moons over Milleniums", con i suoi ritmi più allegri e le liriche quasi positive, spezza il "sogno" dando un breve attimo di respiro che viene però interrotto in fretta dalla classica "Beyond Space Valley" e la frenetica "You Will Say", a mio avviso una canzone da sesso perverso.

Pete Stahl possiede una voce incredibilmente versatile, che riesce a ipnotizzare, incantare, infastidire e a spaventare a seconda del brano. Drake usa le tastiere come pennelli, per dipingere immagini dense e vischiose, carnali e spirituali nella mente dell'ascoltatore, e Dave Catching funge da figura mediana perfetta per l'unione del primo e del secondo, contribuendo a creare delle sonorità post-Floydiane ed elettroniche che richiedono un ascolto attento e particolare.

Earthlings? non scrivono "hits". Pur avendo delle strette connessioni individuali con bands molto più "famose", Earthlings? si attengono alla loro filosofia e fanno la musica che piace loro, una niche senza compromessi, sapendo benissimo che non vedranno mai la loro band nelle "Charts".
Questa consapevolezza li rende liberi di sperimentare ed esplorare sonorità diverse (a volte creando una pseudo cacofonia totalmente armonica) e di avventurarsi allo stesso tempo in direzioni musicali totalmente opposte. Il risultato, in questo caso, è un album sicuramente poco commerciale, ma ancora più speciale, emotivo, magico e allucinato, che si distanzia dalle armonie pseudo stoner dell'album precedente ("Earthlings?" CDHW, 1999) e si immerge in acque molto più torbide e inquietanti.

"Human Beans" non pone domande e non chiede risposte, semplicemente è. Fred Drake R.I.P. 2002

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