Questo disco è bellissimo.

Mr. E è un pazzo.

"Look at all the people with the flowers in their hands / they put the flowers on the box / that’s holding all the sand / that was once / that was once you". Questa "you" è la madre ma anche la sorella, E-ntrambe morte nel giro di pochissimo tempo: le tragedie della sua vita hanno non solo lasciato dei segni nella sua anima, ma anche reso la sua musica quello che è... o meglio era nel 1998, anno di uscita di questo Electro-shock Blues, dopo l'ottimo debutto tra il grunge e Beck con Beautiful Freak (era il '96 e in copertina la bimba con gli occhioni sembrava presa dal video di Black Hole Sun).

Come descrivere dunque la musica che Mr. E e il fido batterista Butch E-sprimono in queste 16 tracce? E-tichette adatte non ce ne sono. Due-tre accordi per canzone, molta chitarra acustica, la voce E-lementare E-sile E-clettica, violini (dopo), e un po' di suoni strani (dopo ancora).

Mr. E è geniale.

Ci sono delle trovate clamorose: l'inizio di Elizabeth On The Bathroom Floor (ditemi perché, vi prego, io non riesco a capirlo), il carillon di Baby Genius, il falsetto in Efils' God (leggete al contrario... oppure sentitelo cantato come E-feels-good... come volete), la confusione liquida/acida (infatti The Medication Is Wearing Off...  "gonna hurt not a little, a lot").

È molto importante il modo in cui si fondono i testi con la musica, e in 7 titoli su 16 c'è un accenno a qualcosa di sinistro-malato-morto (cito solo Hospital Food, Going To Your Funeral Part I e... Going To Your Funeral Part II).
Un disco da suicidio quindi? No. Piuttosto un disco da convalescenza, da ascoltare rintanati in un angolo a leccarsi le ferite. E con un finale (P.S. You Rock My World) E-nigmaticamente lieto: "I was at a funeral / the day I realized / I wanted to spend my life with you / ... / and maybe it's time to live".

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