Ore 8:00, orario di inizio delle lezioni. Aspettando gli insegnanti nessuno può stare fermo, ognuno ha qualcosa da fare, tutti gridano, fanno versi, giocano, scherzano, si divertono. Parlano. Discorrono. Comunicano. Per cinque ore conversano con gli insegnanti, bisbigliano fra di loro; quando c’e' un momento libero, questo non va sicuramente perso: viene utilizzato fino all’ osso per comunicare, per dirsi tutto quello che c’e da dire e anche di più. Uscendo da scuola, ragazzi seduti sui motorini discorrono con le proprie fidanzate mentre scrivono messaggini sul cellulare, ricevono squilli segnaletici, mandano E-Mail con i nuovissimi GPRS, l’ultima generazione della telefonia mobile,importantissimi, se non ne hai uno e’ come se ti mancasse un arto, non puoi più comunicare, sei perduto. A casa, televisione accesa, Talk-Show, Grande Fratello, Vita in Diretta, Uomini & Donne: gente che parla, che discute, che strepita e urla; nessuno si cura del vicino che gli strilla accanto, sopprimono le parole dell’interlocutore e lo tacciano. Tutti hanno qualcosa da dire, da obbiettare, da affermare, e, dovessero morire, parleranno, non importa se sulla voce degli altri o ignorando le idee altrui, l’importante e’ dire, togliersi un peso di dosso, parlare, COMUNICARE.

Comunicare. Ce lo consigliano gli psicologi, secondo loro e’ l’antidoto per sopravvivere allo stress e al caos della vita moderna. La gente sembra aver preso alla lettera questo consiglio, e, da quando sono nata, vedo persone che comunicano, che si sforzano di riempire con le parole il foglio bianco delle proprie esistenze. Ma quanti hanno realmente compreso il significato di questo termine? Ogni individuo vive la propria vita su un livello diverso, su un differente piano di sensibilità rispetto agli altri, e, se e’ vero che le personalità degli uomini sono come i fiocchi di neve, cioè non ne esistono due uguali, allora, nonostante questa sia l’era della globalizzazione totale, in cui si può avere la linea Italia - NEPAL con un clic, parlare con una persona a pochi metri di distanza e capirsi, ma che dico, anche solo ascoltarsi, rimane ancora molto, molto difficile. Ci sono le persone che sanno ascoltare. Esse vivono con discrezione, sfiorano soltanto le esistenze dei propri “compagni di viaggio”; eppure in quel momento, in quei cinque minuti che sei stato con loro, forse ti sei sentito vivo. Hai incominciato a riflettere su ciò che stavi dicendo, a capire ciò che realmente pensavi; hai cercato di soppesare le parole, le hai scelte con cura per evitare che colui che ti ascoltava cosi’ attentamente non fraintendesse quel che tu stavi dicendo; per la prima volta, il codice che hai utilizzato, i segnali che hai voluto inviare per te hanno avuto una importanza fondamentale. Per la prima volta forse hai ascoltato il tuo cuore, che ti diceva come eri e come non era giusto che fossi, che ti insegnava qualcosa di te stesso che tu non credevi nemmeno di essere: un individuo, e una parte di un tutto.

27/11/2000
Saluta con gioia!

Ocio che non hai mica acceduto al DeBasio!

Per vivere con pienezza la vera esperienza dello stare sul DeBaser è bello esserci registrati. Quindi Accedi o Registrati

Utenti simili
Leonfreakshock

DeEtà: 6951

vv

DeRango: 0,28

G__á

DeRango: 1,41

poddoski

DeRango: 1,03