Gli Ekseption: la band a cui l'etichetta symphonic calza a pennello come a poche altre! La loro musica è infatti essenzialmente incentrata sulle tastiere classicheggianti del grandioso Rick van der Linden, che interagiscono principalmente con il lavoro dei due fiatisti Rijn van der Broek (tromba, sassofono) e Rik Remelink (flauto traverso, sax), prendendo come grandi ispiratori i Nice, simbolo di una perfetta fusione fra la musica classica e la musica contemporanea. Ma gli Ekspetion si spingono quasi oltre: i loro vengono definiti come veri e propri pastiches di musica classica, riarrangiamenti e accostamenti che sono in realtà trasposizioni, molto adatti al grande pubblico e alla filodiffusione (ciò che fecero più moderatamente anche gli ELP con "Pictures At An Exhibition", riscuotendo un notevole successo). Perciò la chitarra è quasi completamente assente nella musica degli Ekseption, così come le parti cantate, spesso lasciate in mano al primo session-man di passaggio, mentre basso (Cor Dekker) e batteria (Dennis Whitbread) fungono meramente da base ritmica, per garantire la presenza di un sound più rock-oriented.

Il risultato è dunque una musica molto particolare (la si ama o la si odia), spesso criticata su due fronti: da un lato l'inorridimento dei classicisti, che vedono "storpiati" i grandi classici dalla nuova contaminazione, dall'altro la noia destata nella critica moderna del tempo, definendoli poco personali ed originali. Di qui, le pesanti critiche nei confronti dell'album di esordio omonimo del 1969, che ebbe però una grande presa fra i giovani di tutta l'Olanda: al numero 1 andò difatti il brano The 5th, riarrangiamento della 5° di Beethoven. Questo successo caricò che gli Ekseption che tornarono in studio immediamente.

Arriviamo finalmente al 1970, anno in cui gli Ekseption sfornarono "Beggar Julia's Time Trip", definito il loro capolavoro. L'album contiene trame vagamente concept, forse più smaccatamente per la moda del tempo e per il gusto di farlo, che non per una vera voglia di avere un filo conduttore. Si apre con l'Ouverture, dai toni mediovelaggianti, ed ecco finalmente la prima vera propria canzone, Julia, l'unica cantata dall'anonimo cantante Michel van Dijk, essenzialmente un pezzo pop per piano e organo. Poi Adagio, un grazioso riarrangiamento di Albinoni, la hit Italian Concerto, basata sul primo movimento di Bach e Concerto, che altro non è che Tchaikovsky in chiave moderna. Pop Giant è un'ottima song rock/jazz scritta da Rick van der Linden, in pratica un buonissimo virtuosismo geniale. Anche Feelings è una ballata barocca stupenda, dove i fiati mettono i brividi, sfociando in arrangiamenti jazz. Infine il Finale- Music for Mind - Julia Theme, uno psichedelico, classicheggiante gran finale con tanto di organo di chiesa.

"Beggar Julia's Time Trip" è un disco pretenzioso, un po' pomposo, ma comunque di ottima qualità, rovinato soltanto dai troppi intermezzi di circa mezzo minuto fra una canzone e l'altra (Flying Power, Space 1, Space 2, Space 3) e dalle parti narrate da Linda van Dijk in Prologue ed Epilogue, che rendono l'ascolto leggermente discontinuo e denotano una trama concept che, come già detto, è molto debole. In pratica è la storia di una mendicante del Medioevo che ritrova la propria strada e la voglia di vivere fuori dal suo mondo di violenza e povertà, attraverso un viaggio nel tempo che oserei definire più psichedelico e hippy che non classico/medioevale.

Ad ogni modo, con questo disco gli Ekseption acquistarono una piccola nicchia di popolarità all'estero, particolarmente in Francia ma soprattutto in Italia, dove intrapresero una tourneé, suonando fra l'altro oltre ai pezzi propri, anche alcune cover, come ad esempio Dharma For One dei Jethro Tull. "Beggar Julia's Time Trip" vincerà anche un Edison, l'equivelente olandese del Grammy award, come miglior musica dell'anno 1970, il che è tutto dire!

Elenco tracce testi e video

01   Ouverture (03:22)

02   Prologue (02:21)

03   Julia (02:21)

04   Flying Power (00:31)

05   Adagio (03:45)

06   Space I (00:43)

07   Italian Concerto (05:02)

INSTRUMENTAL

08   Concerto (03:53)

09   Space II (00:25)

10   Pop Giant (03:54)

11   Space III (00:21)

12   Feelings (03:07)

13   Epilogue (00:56)

14   Finale (03:58)


  • ocram
    11 set 07
    Recensione: Opera:
    grande Green... come al solito bellissima recensione... e mi hai pure parecchio incuriosito... vadrò di ascoltarmeli e poi ti saprò dire...
  • ocram
    11 set 07
    Recensione: Opera:
    ah Green... dato che credo che siano tra le tue corde... a quando una rece dei Tesla (magari il Five man acoustical Jam
  • Recensione: Opera:
    eh non lo so ancora...vedremo! Grazie del tuo commento! a presto ;-D
  • Pibroch
    11 set 07
    Recensione: Opera:
    Sorbole, che recensione. Dici che mi piacerebbero? Io qualche dubbio l'avrei...
  • Dante
    11 set 07
    Recensione: Opera:
    bella rece come al solito boss ;)
  • OleEinar
    12 set 07
    Recensione: Opera:
    @pib, "è un disco pretenzioso, un po' pomposo, ma comunque di ottima qualità", ti piacerebbe, ti piacerebbe :-))))))))) A me, invece, mi sa di no!
  • shooting star
    13 set 07
    Recensione: Opera:
    bellissimo greeny, tutto: la rece, il disco e anche tu :))
  • Roby86
    14 set 07
    Recensione: Opera:
    Giungo qui con un certo ritardo... le recensioni musicali scorrono veloci in homepage, e questa mi era sfuggita. La proposta è veramente interessante: la piglio al volo. Poi ripasso e ti faccio sapere!
  • Roby86
    16 set 07
    Recensione: Opera:
    Rieccomi... ora ho potuto ascoltarlo. Album decisamente bizzarro (nonché un bel mattone), ma gradevole. Mi sono piaciute molto "Julia", "Epilogue" e "Finale". Concordo sul fatto che gli intermezzi tra le varie canzoni sono un po' fiacchi. Il voto che gli darei sarebbe un 3 e 1/2, arrotondo per eccesso!
  • Recensione: Opera:
    Grazie per i commenti, pochi ma buoni!
    Gli Ekspetion hanno negli ultimi anni avuto molta sfortuna: nel 1988 è morto l'ex batterista Tim Griek, nel 2003 è morto l'ex chitarissta e sassofonista Huib van Kampen, nel 2005 è morto il bassista Cor Dekker.
    Mi sono dimenticato inoltre di dire che questa recensione è dedicata alla memoria di Rick van der Linden, anch'egli defunto, scomparso il 22 gennaio 2006 all'età di 59 in seguito ad un ictus. RIP.

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