Serata di gala a Portogruaro.
Il nostro eroe, Elio, ha deciso di lasciare a casa (o nella messaggeria del cellulare) le storie tese e di mettersi alla prova con brani impegnativi e senza tempo, non di produzione propria.

C'è grande attesa nel Teatro Sociale per la sua esibizione, più per curiosità si presume...
Nella prima parte, in pratica un omaggio al grande compositore Luciano Berio scomparso pochi mesi fa, la parte da leone(sse) la fanno due fanciulle al canto, una vestita di rosso e nero e l'altra in nerazzurro. Inutile dire dove Elio andrà a posizionarsi per fare la sua (breve) parte in questione... Infatti, chiamato ad entrare sul palco da una che sembrava in sala d'attesa dal parrucchiere e invece è la musicista addetta a suonare una specie di attaccapanni con pendagli sonori, si presenta con un clamoroso parrucchino e declama alcuni versi con un modo di fare che somiglia più a un cameriere un po' schizzato e scazzato che a un chansonnier che si rispetti... Sarà l'emozione, sarà la poca pratica a questo tipo di musica, Elio si muove nervosamente e suda come un cammello pakistano che si ripara dal sole con una formica.
Dei testi si capisce ben poco, sono in varie lingue e si va più che altro a senso... Essendo brani un po' vecchiotti e perciò superati dagli eventi, si presume vogliano dire qualcosa che nel 2005 si possa intendere come (nella folk song "La donna ideale") "La donna ideaaaaaaaaale/ è quella che non mette la maschera lì neanche a Carnevaaaale" e via con bojate di questo tipo...
Ma è dopo l'intervallo che Elio, ben spalleggiato da un direttore d'orchestra che da come sculetta potrebbe benissimo diventare uno dei California Dream Men, sciorinerà tutte le varianti sonore possibili ed immaginabili: dal fischio alla tastierina, ad altri strumenti curiosi dal suono buffo. Il testo di"Frankenstein" è quasi una filastrocca, ma di oltre 50 anni fa... Che aggiornata ai giorni nostri verrebbe fuori 'na robetta tipo: "O politichello pipistrello/ vuoi un po' togliere quell'ombrello?/ già a novanta gradi siam/ ancor più su andar possiam/ ma a cento l'acqua bolle/ e per arrivare a centoventi/ ci voglion delle molle/ sì sì sì restiam fermi così/ tasse e bugie tutti i dì!"

Alla fine Elio, in un tripudio generale, si toglie il parrucchino e se lo rimette un po' a casaccio, ma l'effetto Little Tony che ne consegue resterà negli annali della musica.
Per farla completa mancavano solo Giorgio Bracardi ad alternare note di piano a pernacchie, Mangoni con una tuta fluorescente tra il pubblico a lanciare palloncini colorati (che sarebbero serviti nell'esecuzione di un brano, come da copione sempre più folle man mano che si succedevano i pezzi) e Maurizio Milani allungato su una panca a digerire forte senza averlo deciso prima.

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