R.K. Dwight nel 1973 è una rockstar super affermata, che nel suo palmares può già vantare una serie di dischi da antologia del pop contemporaneo, con annesse canzoni memorabili come "Your Song", "Tiny Dancer" e "Rocket Man" ma, come si suol dire, l'appetito vien mangiando e d'altro canto per l'Elton John di quei tempi sfornare hits e albums a getto continuo sembra quasi una straordinaria routine e così, ad appena otto mesi da "Honky Chateau" è già il turno di "Don't Shoot Me, I'm Only The Piano Player", la dimostrazione vivente di cosa è in grado di concepire un genio del pop all'apice del suo fulgore artistico.

"Don't Shoot Me..." è un album ispiratissimo che, nonostante una personalità "globale" meno spiccata di "Elton John" o "Madman Across The Water" mette in mostra una verve e un estro creativo che si esprime in una gamma di sonorità eterogenee che coesistono in perfetta armonia, dal frizzante pop rock corale di "Teacher I Need You" alle atmosfere sour & sweet della ballata "High Flying Bird" fino ai brani più complessi ed orchestrati come l'epico e fumoso incedere blues del masterpiece "Have Mercy On The Criminal" e la soffusa e ricercata eleganza di "Blues For My Baby And Me", che sfocia in un chorus disteso e quasi liberatorio, senza dimenticare alcune perle meno conosciute come l'ironico swing di "I'm Gonna Be A Teenage Idol" e soprattutto lo stupendo country-western di "Texan Love Song", amara e disincantata canzone di denuncia che costituisce sicuramente uno dei punti di maggior impatto dell'album, insieme ovviamente alle due smash-hits che hanno fatto di "Don't Shoot Me..." un successo internazionale; ovviamente sto parlando di "Crocodile Rock", gustosissima e trascinante parodia del rock n' roll con il suo indimenticabile riff di organo Fanfisa e di uno dei massimi capolavori del Pianista di Pinner, la vellutata e malinconica "Daniel", che apre l'album nella miglior maniera possibile.

"Don't Shoot Me, I'm Only The Piano Player" è sena dubbio un album fortemente influenzato sia a livello musicale che lirico (in particolare i testi di "Daniel" e "Texan Love Song") dal periodo storico in cui è stato concepito, ma questo non intacca minimamente il suo valore assoluto e la sua brillantezza: non arriva alle 5 stelle solo per via di un paio di episodi interlocutori, "Elderberry Wine" e "Midnight Creeper", ma questo LP del 1973 è vulcanico ed eclettico proprio come il suo autore in quegli anni, che lo hanno incontrovertibilmente consegnato alla storia della musica contemporanea proprio grazie ad album come questo. 

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