La scrivo o non la scrivo? La scrivo o non la scrivo? Credetemi, ci ho pensato attentamente, non per ragioni di doppione ma per quello che potrei dire, per il valore "simbolico" e il carattere che il mio scritto potrebbe avere. Pippe mentali? Certamente si, e alla fine sono arrivato alla conclusione che Elton John merita di meglio; Elton John merita IL meglio, quindi questa recensione s'ha da fare. Cosa vuol dire "il meglio" in questo caso specifico? Semplicemente, significa parlare di "Wonderful Crazy Night" e nient'altro. Partiamo dalla copertina: è brutta. E poi? E poi è riedizione di quella del mitico "Caribou", album che io adoro, e questo non può che essere di buon auspicio, altra cosa, nessun eltoniano DOC alzerebbe anche solo un sopracciglio per una copertina brutta, le copertine brutte sono parte integrante del retaggio artistico di Reginald K. Dwight. Io sono Danny The Kid e approvo la copertina di "Wonderful Crazy Night", ultimamente (da "Songs From The West Coast" fino a "The Diving Board", tutti con copertine belle) abbiamo sentito un Elton John generalmente molto elegante, con questo nuovo album ritorna in una veste significativamente più briosa e "campy", cosa che non succedeva (negli album in studio, ovviamente), addirittura da... da... "Reg Strikes Back" del 1988, nientemeno!
"Philadelphia Freedom" regna incontrastata, come archetipo e modello di ispirazione di buona parte dell'album, quel sound rock-funk-bueasy corposo, danzereccio e festaiolo, reso ancora più pregevole da una voce più in forma che mai. "Wonderful Crazy Night" (già un classico per quanto mi riguarda) e la travolgente "England And America", inizio e finale tra vorticosi fuochi d'artificio, e quello che sta in mezzo non è sicuramente da meno. Abbiamo "Guilty Pleasure" e "Free And Easy", altri esempi di elettrizzante leggerezza, ma anche una country ballad di stupenda fattura come "Tambourine", la dolcissima "Blue Wonderful" (il solito, inconfondbile marchio di fabbrica), "I've Got 2 Wings" e "The Open Chord", degne continuatrici di una tradizione di suggestioni d'olteoceano radicata sia nel suo passato prossimo che in quello più remoto. E infine "Claw Hammer", il valore aggiunto, la canzone più particolare, più caratterizzante e raffinata; come in certi episodi di "Songs From The West Coast" e "The Captain And The Kid" riemerge un lieve tocco quasi surrealistico, sfumature jazzy.
Che Dio benedica Elton John, possa Egli continuare a sfornare altri dischi bellissimi, anche con copertine brutte, se lo desidera. Questo è il mio Elton, questo è il mio Captain Fantastic, e ne sono orgoglioso. Potrei dire che "Wonderful Crazy Nights" è un po' meno raffinato dei suoi predecessori, che ci sono alcuni momenti che faticano un po' a lasciare il segno, ma in fondo sono solo dettagli, a quasi cinquant'anni dagli esordi lui è ancora una categoria a parte, e quando "ne ha" non ce n'è per nessuno. Non ho critiche, di nessun genere, nessuna considerazione "accessoria" solo tanta gratitudine, e felicità per averlo ritrovato così; forse non dovrei stupirmi nemmeno di questo, chi o cosa potrebbe mai affondarlo a questo punto?
"Don't you know where you go I will follow, in your footsteps I find my own feet..." Ti voglio un bene dell'anima, Elton.
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