Nascere, crescere e vivere a Forlì ha i suoi pro ed i suoi contro (come in ogni città d'Italia).

Per una persona come me però si è rivelata un'autentica botta di culo. Tralasciando i contro (che non credo vi interessino), il primo pro che mi salta in mente (ed a pensarci bene, forse anche l'unico) è sicuramente l'avere una scena musicale piuttosto anomala rispetto a tutto il resto della penisola italica.

Quando dico "anomala" intendo qualcosa come questi Endless Inertia.

Questi ragazzi vanno a comporre insieme agli altri miei compaesani La Quiete e Raein, una mia personale triade; che non solo ha inventato un genere, ma l'ha pure canonizzato per il resto del mondo. Formatisi più o meno nel 2005 e scioltisi più o meno nel 2007 (ma non ne sono sicuro, comunque fatto sta che sono già belli che andati), gli Endless Inertia sono sicuramente i meno conosciuti della mia fantomatica triade: vuoi che siano arrivati un filo più tardi, o vuoi anche per colpa della loro breve esistenza. Il loro lascito comunque è di indubbio valore: questo "Oktjabr Novembre" (non ho la più pallida idea di cosa voglia dire sto titolo assurdo) è sicuramente una piccola gemma di screamo (quello vero, non confondetevi con certa musica gente), alla pari di lavori di maestri come Ampere e Portraits Of Past.

E' strano come in Italia questa musica viene snobbata, ignorata, mentre all'estero i gruppi di casa nostra raggiungono quasi uno status di culto. Anche perché i ragazzi hanno realmente qualcosa da dire, o meglio da URLARE. Liriche più o meno criptate rendono le 8 schegge dell'album ancor più schizofreniche; nessun gruppo screamo mi ricorda i Converge nel sound come gli Endless Inertia. Erroneamente però me li ricordano più per il loro lato riflessivo che per la loro violenza. Basta l'opener "Espiazione Dell'Incomunicabilità" per far capire gli intenti della band. Una spirale emotiva a cui è impossibile rimanere indifferenti.

A dare una mano ad erigere i nostri ad uno status di culto (almeno qui a Forlì, ma son sicuro anche in altre parti del mondo) è stata sicuramente l'etichetta (altrettanto di culto) Sons Of Vesta. Per chi scrive questa Sons Of Vesta è l'etichetta più importante d'Italia. Naturalmente sto parlando in ambito super mega extra underground (ovvero quello che piace a te che stai leggendo, caro mio utente di Debaser). Tra il 2005 e il 2010 ha pubblicato circa una quarantina di 'release', una più gustosa dell'altra: oltre alla nostra triade, vi cito gli altri miei compaesani Le Tormenta (qui siamo sul grind/crust hardcore) e Neil On Impression (miglior band post rock italiana senza se e senza ma) e tanta altra roba buona (se volete maggiori info andate qui).

Gli Endless Inertia mi sento di consigliarli a tutti anche se so benissimo che non sono per tutti. Voi provateci. All'incirca funziona così: se siete arrabbiati questa musica vi renderà ancora più incazzati, se siete felici vi renderà una persona migliore. Ovviamente se riuscite a capire i testi "cantati" con delle urla sguaiate siete già a metà dell'opera. E' uno screamo che all'estero è conosciuto con il nome di Emo Violence. Si, mio caro utente di Debaser, dalla Romagna dopo la piadina e Raoul Casadei è spuntato fuori pure sto emo violence; e non ti toccare i coglioni solo perché ho scritto la parola "emo", sii uomo e va avanti, le cose schifose nella vita sono ben altre.

In definitiva: può una musica violenta e casinara toccare i tasti giusti del nostro cuore da suscitare emozioni? Magari con l'aiuto di qualche testo non banale e più profondo di tutto quello che ci propone radio, mtv e cavoli vari? Ai posteri l'ardua sentenza.

E tanto per chiarire: io non sono emo. Sarò pure un alcolizzato, un barbone, uno sfigato, uno con troppi tatuaggi per trovare un lavoro decente, un puzzone, un emo; ma cavoli, di sicuro non sono una pornostar.

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