La presunzione corrompe l’anima, ma non solo…

 

L’Olanda è la patria per eccellenza dei gruppi Metal con voce femminile: se più di 10 anni fa i seminali The Gathering e i semi-sconosciuti Orphanage hanno rappresentato la genesi del genere, la seconda generazione ha nei suoi massimi esponenti negli After Forever e nei Within Temptation. Gli Epica, nati per volere di Mark Jansen dopo il suo abbandono dagli After Forever, vantano un successo di critica e pubblico esponenziale e una crescita vertiginosa a livello di vendite, soprattutto considerata la tenera età della band.

Inizialmente il combo ha inciso un demo con il nome di “Sahara Dust”, ma il successo arriva presto con la pubblicazione di “The Phantom Agony”, un ottimo esempio di Metallo Sinfonico, cesellato da un fascino oscuro e da uno stile maestoso. Dopo l’ottimo riscontro di vendite e dopo la parentesi del Cd/DVD “We Will Take You With Us”, che presentava il chiaro intento della loro etichetta, la Trasmission Records, di sfruttare la gallina dalle uova d’Oro. Una scelta un po’ immatura, considerando che la band aveva realizzato prima di allora solo un album. Successivamente esce il secondo album di inediti, che purtroppo non è all’altezza degli standard qualitativi del disco di esordio. Forse gli Epica, a causa dell’enorme popolarità, hanno peccato di superbia, oppure sono rimasti folgorati dalle colonne sonore in stile Hollywoodiano. Fatto sta che “Consign To Oblivion” è troppo pomposo, incompiuto e poco emozionante, anche se non mancano al suo interno discrete composizioni. Se “Consign To Oblivion” è l’inizio della parabola discendente, “The Score” è sicuramente il punto più basso mai toccato dalla band Olandese: Mark Jansen e Yves Huts ci regalano (ma potevamo farne a meno) la colonna sonora del film Joyride”. Il loro alter Ego ha dimensioni infinite e il loro status è troppo elevato per comporre un classico album Metal (che musica da grezzoni!) e quindi cercano di colpire con composizioni più powerful ed eroiche possibile, vogliono stupire con cavalcate complesse e sontuose, vogliono enfatizzare l’aspetto più pomposo ed epico della musica, vogliono affascinare con un dischetto realizzato a regola d’Arte.

Missione Fallita: “The Score” si presenta come un lavoro pretenzioso all’inverosimile, pieno di canzoni scarsamente interessanti, che non godono del minimo guizzo creativo. Hanno semplicemente peccato di superbia, realizzando un opera mastodontica negli intenti ma inconsistente nel songwriting, poiché i 2 principali mentori hanno fallito miseramente nel loro tentativo di diventare novelli Hans Zimmer. Nella scena metal esiste solo un Tuomas Holopainen, è bene ricordarlo.

“Vengeance is mine” è un incipit magniloquente che mette in chiaro fin da subito il tipo di musica che sarà presente nell’album. Le melodie create dagli archi costituiscono tutto sommato un’introduzione canonica. Archi sintetici dominano l’interludio di “Unholy Trinity, che vorrebbe scaturire emozioni sempre crescenti, grazie alla ricercata tensione sonora, ma che in realtà si presenta un pezzo senza capo ne coda, che scorre via senza destare nessun sussulto. “The Valley” solidifica lo stile del gruppo, essendo uno dei pezzi più Wonderful, che profuma tantissimo da magie di Gandalf, infatti non avrebbe nulla da invidiare a colonne sonore di film fantasy come lo stesso “Lord Of The Rings”. Un brano terribilmente sterile in ogni sua parte. Cori angelici introducono “Caught In A Web”. Gli affreschi sonori creati vorrebbero trasmettere malinconia e desolazione, ma riescono a trasmettere soltanto disgusto. Ovviamente non può mancare la viola di turno che produce litanie pseudo-emozionanti. Ma l’angoscia passa a favore della presentazione del Tema principale dell’opera, che è un insulso tentativo di plagio della soundtrack dell’ “L’Ultimo Dei Mohicani”.

“Insomnia”: raramente un titolo è così rappresentativo del contenuto. È di pattume talmente catastrofico che impedisce il sonno per la paura di ascoltarlo un’altra volta. Patetici i cori, soprattutto quando si lasciano trasportare da un banalissimo crescendo. Ma gli Epica sono una realtà a 360°, non si fermano solo alle composizioni epiche. Infatti Under The Aegis”, che con il suo sound moderno potrebbe essere la colonna sonora di un tipico telefilm americano psicologico, anche se poi prende una direzione decisamente più classica. Il finale non è neppure malvagio, ma viene incollato in un contesto nella quale non centra assolutamente nulla. Nella recensione di “Consingn To Oblivion” avevo accusato “Trois Verges” di eccessiva stucchevolezza e immobilismo sonoro. Paradossalmente in questa sede sembra un discreta canzone, sicuramente a causa del Baratro nella quale si trovano le altre composizioni. Qui però non troviamo l’album versione, ma un ‘altra versione nella quale canta la Simmons senza l’ausilio del vocalist dei Kamelot. “Mystica è un ottimo pezzo, che si eleva totalmente dallo stallo creativo dell’album ricercando sonorità più oniriche e fatate, che ci conducono nel mondo delle Fiabe, così agoniato e sospirato durante la lontana infanzia. La seconda parte è costituita da un incidere più solenne, dove si distinguono per spettacolarità soprattutto gli ottoni. Se gli altri brani presentavano, anche se mediocre, un minimo di cognizione di causa, Valley Of The Sins” non ha semplicemente senso: un obbrobrio dalla lunga durata che lascia sconcertati per la sua bruttezza. Un inutile collage di spezzoni attaccati con il nastro adesivo: da quelle immancabili più riflessive ai momenti più onorifici che vorrebbero riprendere le gesta dei Cradle Of Filth più sinfonici. “Empty Gaze desta più di qualche perplessità, che riprende gli stilemi tanto cari a “Caught in A Web” mostrando gli stessi enormi limiti. Non basta un orchestra di centinaia di elementi (o ancora di meno un sintetizzatore) per ottenere un emozione. “The Alleged Paradigm” è una semplice ripresa del tema. Un accozzaglia indefinita di violoncelli, contrabbassi, percussioni e chi più ne ha più ne metta.

Con l’ascolto di “Supremacy” sono presa dall’irresistibile tentazione di premere il tasto STOP, mai così accattivante come ora: ottoni che più grevi e opprimenti non si può, anche se poi fa la comparsa nuovamente la viola , e il suo strimpellare così odioso . Cambio di scenario con la successiva Beyond The Dept”, che viene introdotta da una chitarra acustica che fa molto Nightwish era folk (Vedi Angels Fall First). Il violino finalmente viene sfruttato decorosamente per creando un Mood nostalgico. In “Epitome” vengono addirittura scomodati i sommi Emperor, presentando una tipica introduzione della band norvegese, ma poi tutto si sposta su territori più consoni per la band, soprattutto con l’inserirsi del clavicembalo. Uno dei pezzi più ridicoli è sicuramente “Inevitabile Embiace”, un brutto tentativo di clonazione degli Angra, con tanto di incursioni di elementi e strumenti tipici come flauti e percussioni. Grottesco.Angel Of Death” è caratterizzata da un’introduzione interessate, che non ha nulla da invidiare a band come Therion, ma poi si perde nei meandri della mediocrità. L’Epico Viaggio si chiude con “The Ultimate Return”, un finale degno della qualità sopraffina contenuta negli altri brani, trattandosi di una sorta del meglio dei momenti più indimenticabili.

Però vi sono ancora altre 3 tracce, che però non fanno parte della Colonna Sonora. “Trois Vierges” (reprise) è la versione strumentale di un una canzone che ormai conosciamo in tutte le salse. Questa è sicuramente quella più riuscita, presentando una spiccata predilizione per atmosfere barocche. Solitary Ground” contenuata nel singolo non di discosta tanto dall’originale, se non per la durata. Una ballad semplice e immediata che convince nella sua interezza. Chiusura affidata alla Score Version di “Quietus”, che come il pezzo precedente dista poco dalla versione dell’Album, se non per l’intro più corposa. Presenta un introduzione travolgente e un ottimo ritornello dove la voce di Simone la fa da padrone. Il tutto presenta una caratteristica impronta etnica.

 

Una vera e propria battuta d’arresto per il Combo Olandese, che spero ritrovi la sua vera ispirazione nel prossimo album, in uscita nel 2007. Sicuramente però dopo l’inaspettato e scintillante come-back dei Within Temptation nulla è impossibile.

 

Elenco tracce e testi

01   Vengeance Is Mine (01:54)

[Instrumental]

02   Unholy Trinity (03:09)

03   The Valley (02:09)

04   Caught in a Web (04:27)

[Instrumental]

05   Insomnia (02:08)

Album: The Score

(Instrumental)

06   Under the Aegis (02:49)

Album: The Score

(Instrumental)

07   Trois vierges (solo version) (04:42)

08   Mystica (02:48)

Album: The Score

(Instrumental)

09   Valley of Sins (05:41)

10   Empty Gaze (02:10)

Album: The Score

(Instrumental)

11   The Alleged Paradigm (02:26)

Album: The Score

(Instrumental)

12   Supremacy (03:22)

Album: The Score

(Instrumental)

13   Beyond the Depth (01:58)

14   Epitome (01:19)

Album: The Score

(Instrumental)

15   Inevitable Embrace (03:52)

16   Angel of Death (03:30)

17   The Ultimate Return (04:50)

18   Trois vierges (reprise) (02:07)

19   Solitary Ground (single version) (04:08)

20   Quietus (score version) (03:55)

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