Lungo le spiagge umide in bassa marea della Bretagna si snodano le vicende dell'insicuro matematico Gaspard (Melvil Poupaud); arrivato nel Nord della Francia per rubare qualce giorno alla sfuggente e irritante Lena (Aurèlia Nolin) che gli ha promesso un pizzico del suo tempo tra un viaggio e l'altro, per caso in un locale della zona ha l'incontro con l'etnologa Margot (Amanda Langlet) che si inserisce nei suoi pensieri, complici lunghe passeggiate, con dialoghi ficcanti atti a far emergere, tra desiderio controllato e piccola passione centellinata, il mosaico di contraddizioni che piano piano l'ho ha portato all'indecisione su tutta la sua giovane vita. A complicare il tutto s'inserisce l'apparente disinibita Solene (Gwenaelle Simon) che lo stuzzica e lo punzecchia tra evanescenti attese che mai verrano a sublimarsi in concreti atti di passione.

Penultimo capitolo della serie de "Racconti delle Quattro Stagioni" , Rohmer dopo due capitoli più freddi e filosofici (Inverno e Primavera) apre alla passione estiva in cui non è tanto il caldo a muovere i fili sotto il sole, scarso, del Nord della Francia ma piuttosto la spiaggia che con la sua lunghezza apparentemente infinita suggerisce infinite possibilità di scelta al nostro Gaspard. Non a caso l'attenzione del giovane, matematico e musicista, si concentra su di un viaggio di più giorni che vorrebbe fare all'isola di Ouessant, viaggio che a turno propone a tutte e tre le sue conoscenze femminili senza porsi troppi problemi di incoerenza. Gaspard è insicuro e il confinare la sua scelta, amorosa di un'estate, in un'isola gli sembra il modo più giusto per risolvere una matassa complessa più ampia la cui chiave risolutiva forse è solo legata ad una scelta più istintiva, meno razionale e probabilistica. Rohmer ci riporta ad un dialogo più terreno dopo le grandi divagazioni filosofiche de "Racconto di Primavera". Margot è interessata all'aspetto umano delle vicende dell'amico Gaspard per lei gli esseri umani sono tutti meritevoli di attenzione e il suo esilio in Bretagna, per motivi di studio, la condiziona parecchio nell'analisi delle vicende sentimentali. Apparentemente fedele al fidanzato lontano, "agli antipodi nel vero sense della parola", si diverte a giocare con le pulsioni di Gaspard, manipolandole piacevolmente senza dare troppe false speranze. Interessante come Rohmer riprenda in un ruolo da "spiaggia" Amanda Langlet dopo il gioiello "Pauline va alla Spiaggia" del 1983. E' come se una Pauline cresciuta torni sul luogo dei primi amori più consapevole e protagonista dei suoi sentimenti e del suo corpo. Il cinema di Rohmer è d'altronde un cinema molto sensuale, l'amore è fatto con la mente oltre che con il corpo, ma c'è spazio per giochi e piccole provocazioni come la Margot che piega la gamba davanti a Gaspard lasciando intravvedere tutta la sua potenziale carica sensuale. Del resto Rohmer, come Truffaut, ha una vera e propria ossessione per le gambe delle donne e in molto suo cinema questo è palesemenre manifesto. Le altre due figure femminili sono poco interessanti, figure meno curiose e più sbiadite tra le tinte scure di un'autostima eccessiva, irritante e maleducata, e un'arroganza senza ritegno. Gaspard farà la sua scelta, ma non tutto può risolversi nel modo che desideriamo.

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