Stamattina mi sono svegliato, pioveva. Ma era una pioggia che mi voleva bene e mi sentivo stranamente felice. Insieme alle poche piante che adornano il mio appartamento sono uscito, piedi scalzi, a prendere un po' di acqua sulla faccia. E mentre mi spostavo le gocce dal viso, che non erano lacrime, non le mie voglio dire,  sorridevo al gatto che, lui sì, ha capito come si vive veramente, accovacciato abusivo su di una panca non sua.

Rientrato,  vengo invaso da un inspiegabile senso di gratitudine, mi cerco "Love not money" (1985), un disco che riesco ad ascoltare solo quando la pioggia è benefica, quando hai la sensazione che qualcuno stia sfogando la propria gioia e non sei tu a farlo, non ti importa, non fare domande!

"when all's well my love is like cathedral bells"                                                                           

Questo pop cristallino di altri tempi, gentile e rotondo come le sue tre lettere, morbido nella sua coperta di chitarre appena battute e qua e la screziato da qualche  ingenuità di scrittura, non sarà il miglior pop dell'epoca ma mi fa sentire bene perché mi ruba alla vita di tanto in tanto e solo per poco tempo, quello necessario a dire che  "ho" una vita e questa è anche buona.

"Amore" anziché "Denaro",  ché l'Eden è qui da noi!

Forse retorico ma se lo dicono gli EBTG, io ci credo.

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