Uno dei gruppi thrash più importanti ma che meno hanno sfondato economicamente sono indubbiamente gli statunitensi Exodus; il loro secondo album, Pleasures Of The Flesh del 1987, che segna l'arrivo del cantante "Zetro" Souza (ex-Legacy, futuri Testament) con cui poi il fondatore e chitarrista Gary Holt avrà un rapporto burrascoso, è a mio parere un album molto interessante, ingiustamente sottovalutato da pubblico e critica: vediamo perchè.Anzitutto dando un'ascolto generale si nota che ai soliti, grandiosi, brani d'assalto ignoranti e frontali - cito l'opener "Deranged" e "Faster Than You'll Ever Live To Be" - si alternano brani più lievemente più melodici, evocativi, ragionati e meno spezzacollo: è il caso di "Chemi-Kill" e della title track, della durata di sette minuti e mezzo, decisamente inusuale per gli Exodus e in generale per moltissimi gruppi thrash. Questo cambio stilistico, niente di radicale si intende, sottolinea secondo me una maggiore introspettività e riflessione interiore su temi cari al Thrash, ad esempio i vizi umani, l'oppressione, più o meno celata essa sia, e l'autodistruzione dell'umanità; sul primo argomento e in parte sul terzo si muove proprio il brano "Pleasures Of The Flesh".In questi brani c'è un interessante intreccio di riff decisamente aggressivi e compatti, tipicamente thrash, e di passaggi di chitarra più lenti e melodici, il risultato è decisamente apprezzabile ma non eccellente, probabilmente perchè la "calma" non si addice per nulla agli Exodus, ma lungi da me buttarlo via come carta igienica usata! Le linee di chitarra, invece, nei brani più "canonici" sono rapide, gustosissime e sanguinolente, con assoli veloci e incisivi. La voce di Souza è incredibilmente simile a quella di Udo Dirkschneider (spelling?), e di conseguenza anche a quella di Brian Johnson degli AC/DC: ottimo! Non saprei veramente chi scegliere come voce ideale degli Exodus, se lo psicotico Baloff o Souza. La batteria è veloce, pesante, esplosiva, e rende bene anche nelle parti più rallentate (però sulla mia versione dell'album si sente poco, colpa della qualità immagino); il basso fa il suo lavoro, niente di ecceziunale.Concludo segnalando tra le track migliori "Deranged", "Brain-Dead" e "Pleasures Of The Flesh", l'unica che invece non mi dice nulla - oltre all'inutile "30 Seconds", 30 secondi di chitarra classica senza motivo apparente - è "Parasite".

Insomma, non il miglior album dei nostri, ma indubbiamente 46 minuti - meno 30 secondi - di buon Thrash meritevolissimo di ascolto.

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