Un gruppo che cita come principale fonte di ispirazione e influenza la pletora di bande accasate negli anni Ottanta presso la Flyng Nun è un evento da salutare con entusiasmo.

La Flyng Nun è una casa discografica neozelandese che in quegli anni contribuì in modo determinante alla rinascita di un’idea nobile di pop, ispirato alle delicate armonie vocali ed alle cristalline melodie chitarristiche di Beatles e Byrds: Chills, Verlaines, Clean, Bats erano alcuni dei nomi più in vista, fini artigiani autori di paradisiache hits pop – per parafrasare proprio il titolo di un brano dei Chills – che rivelarono un altro volto del down-under rock, quello soffuso e sognante.

L’evidenza che quei gruppi, in realtà, non abbiano mai sfornato una hit nel senso proprio del termine, rende ancora più sorprendente l’attuale richiamo ad una scena che già quarant’anni fa poteva essere definita “oscura”.

Oggi gli Eyelids quella scena tentano di portarla alla ribalta.

Messa in piedi da Chris Slusarenko e John Moen – già attivi nelle fila di Guided By Voices, Decemberists e Jicks, tra gli altri – nel maggio 2017 la banda è arrivata a pubblicare il secondo album «or», dodici brani di puro e semplice pop.

Le traiettorie musicali sono quelle che partono dai menzionati porti di Beatles e Byrds e, toccando le sponde dei Big Star, approdano ai lidi di Athens, nell’attimo in cui i R.E.M. ricostruivano a modo loro e splendido ancora e sempre quel concetto di tre lettere: pop.

Puro e semplice pop, appunto; talvolta con accenti power – come in «Camelot», «My Caved in Mind» e «(I Will) Leave with You»; la maggior parte con andatura quieta, che riporta alla mente certe indolenze di matrice paisley e da giorni di pioggia – è il caso di «Slow It Goes», «Tell Me You Know» o «Ghost Ghost Ghost».

Partecipano in qualità di ospiti Jay Gonzalez dei Drive-by Truckers e Jonathan Segel dei Camper Van Beethoven; produce Peter Buck, che si manifesta anche in «Falling Eyes», rivolgendo infine un distratto applauso alla banda, quasi a voler sottintendere: «Non male, si faranno».

Se, oltre a farsi un nome, riuscissero pure a regalare visibilità agli intruppati Flyng Nun sarebbe davvero una gran cosa.

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