Ho sempre avuto un debole per la canzone di casa nostra, soprattutto quella dei cantautori meno blasonati. Fabio Concato, nonostante qualche successo sparso qua e là durante la sua carriera, non si può dire che che sia una figura molto considerata nella cerchia dei "Mostri sacri" del cantautorato.

Non tutti sanno che iniziò la sua carriera in un gruppo cabarettistico insieme al mitico Giorgio Porcaro esibendosi regolarmente al "Derby", il tempio milanese del cabaret, dove avevano già militato Cochi e Renato, Jannacci… . La Componente ironica restò molto in evidenza per tutta la carriera, sin dal primo singolo "A Dean Martin" contenuta nel suo album d'esordio del 1977 "Storie di sempre", ed in quest'album che vi voglio presentare è presente più che mai!

Credo che questo sia l'album più divertente che Concato abbia mai scritto, con canzoni come "Porcellone" in cui un rispettato e moralista padre di famiglia, scandalizzato perchè il vicino gira nudo per casa, va a sistemare la faccenda faccia a faccia ma alla fine viene sedotto da quest'ultimo… . Ah ah! Oppure la canzone "Bossa nova milanese" dove con accento portoghese Concato canta i disagi del cittadino medio che si deve destreggiare nelle difficoltà (soprattutto economiche) della vita e non perde occasione di tirare frecciate a "chi costruisce chiese e si scorda gli ospedali"… . Bellissime anche "Pappafico", dove in maniera assolutamente comica si parla di un villaggio medievale infestato dal diavolo, e la storia del povero "Celestino" che millanta grandi doti di amatore e nell'epilogo si rivela essere solo un patetico "mammone"…. Non mancano episodi più seri e d'atmosfera come "Clic" bella ballata ecologica, e "Zio Tom".

Musicalmente l'album è ben suonato da grandi turnisti come Gianni dall'aglio, Ellade Bandini, Massimo Luca e Vince Tempera (quest'ultimo anche produttore ed arrangiatore) ed ospita come "Special Guest" Jean "Toots" Thielemans, vero e storico virtuoso dell'armonica, che in molte canzoni dona classe e "feel".

In definitiva un bell'album, forse non il migliore e più rappresentativo, ma insieme ai primi suoi due dischi, da riscoprire e da gustarsi "in simpatia"… . .

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