"Autumnsymphony" è la seconda parte del ciclo delle stagioni, iniziato nel 2002 con il rilascio dell'album "Springsong" e continuato nel 2008 con "Winterthrough" rispettivamente quarte e terza parte. Gli Höstsonaten capitanati come sempre dall'ottimo e creativo bassista genovese Fabio Zuffanti riescono a creare cosi come lo era stato per i precedenti un lavoro di progressive rock con contaminazioni jazz e classiche, in cui atmosfere sognanti si incastrano alla perfezione in scenari più cupi e malinconici.  
 
"Open Windows To Autumn",
le robuste note di un basso pulsante ci introducono nell'atmosfera autunnale, accompagnati dalla tromba e da un flauto leggero e sognante ci avventuriamo sorretti da un tappeto elettronico di tastiere e mellotron, richiamo di quelle atmosfere tipicamente progressive degli anni settanta. "Leaves in The Well" introduce assieme ad un arpeggio di chitarra acustica la chitarra elettrica di Matteo Nahum che dirada e spazza via le atmosfere precedenti cosi dolci e sognanti, per proporci un assolo vorticoso e duro. Anche questa atmosfera però è destinata a durare lo spazio di una traccia perché già nella successiva, la durezza dei toni è solo un ricordo, "Out Of Water" spiazza per gli arrangiamenti orchestrali, arrangiamenti barocchi e ricercati accompagnati un sottofondo di pianoforte e batteria che lentamente sfociano in un assolo quasi free jazz per poi abbandonarsi di nuovo alle dolci note del flauto. 
 
"Nightswan I", l'elettronica reclama a gran voce il suo posto nel disco e finalmente prende il sopravvento regalandoci un'atmosfera estraniante, sospesa dove solo un continuo e morbido tintinnare di campanelli sembra sopravvivere assieme alle note del basso di Zuffanti, che introducono "Nightswan II" caratterizzata anche questa da un'atmosfera tipicamente prog, flauto che fugge via inseguito dagli assoli di chitarra elettrica e da una batteria sempre presente per poi diradarsi di nuovo nella tromba di "As The Night Gives Birth To The Morning", traccia che con la successiva "Trees In November" si allontana maggiormente dalle atmosfere rock per abbracciare un jazz coinvolgente e carico di pathos finché arriva inaspettata alle nostre orecchie la voce di Simona Angioloni (assieme a Zuffanti anche nel progetto Aries), una voce lontana, delicata su soffici note di pianoforte, una gradita sorpresa in un lavoro che è totalmente strumentale. A dire il vero la voce di Simona Angiolini si innesta perfettamente nel tappeto sonoro creato dagli Hostsonaten, quasi fosse uno strumento, si modella dolcemente sulle note del pianoforte e contribuisce a creare un crescendo di tensione e di emozioni per l'ultima traccia, "Autumn's Last Breath - The Gates Of Winter"

Ed è proprio dal titolo della traccia che si evince che l'ultimo respiro autunnale è vicino, l'inverno è vicino, il freddo è vicino e ancora di più la malinconia ben rappresentata dal violino e dalle note di pianoforte all'inizio della traccia. La fine del disco però non è affidata alle note di uno strumento ma ad una frase che racchiude in se il significato dell'intera traccia più di tutte le note possibili: "Il giorno non è ancora giunto al termine, ma la fine è qui davanti a me...".
 
È in questo modo che gli Höstsonaten concludono la seconda parte del ciclo musicale dedicato alle stagioni. Il disco è in definitiva piacevole, diverso come sempre dai precedenti lavori, questo a sottolineare come Fabio Zuffanti possa considerarsi a buon ragione una delle personalità più creative e di maggior talento nella scena musicale italiana, capace di spaziare da lavori tipicamente progressive rock (primi Finisterre e Maschera di Cera) a lavori dove le contaminazioni elettroniche e jazz ma anche classiche si fanno maggiormente sentire e soprattutto apprezzare. 
 
In definitiva gli Höstsonaten, i musicisti coinvolti oltre a Fabio Zuffanti a basso, tastiere e chitarra, sono Carlo Barreca(stick bass), Federico Foglia(batteria), Pietro Martinelli(contrabasso), Matteo Nahum(chitarre), Marco Moro(flauto), Pietro Berbabei(tromba), Robbo Vigo(pianoforte), Osvaldo Loi(viola, violino), Giacomo Villa(cello), Andrea Benassi(oboe), Simona Angioloni(voce), sorprendono e meravigliano ancora e soprattutto riescono ancora ad emozionare quindi se questo genere di musica vi parla direttamente al cuore non aspettate ascoltatelo e rimarrete soddisfatti, la musica di Zuffanti è sempre più viva e ha sempre cose interessanti e affascinanti da dire.   

Carico i commenti...  con calma