Veri precursori della scena industrial italiana e non solo, i savonesi F.A.R. furono già dalla fine degli anni Settanta una delle formazioni più interessanti e geniali a tracciare un percorso sperimentale di contaminazioni elettroniche e rumoristiche. Fondati da Mauro Guazzotti (oggi celebre col rock demenziale di MGZ) i F.A.R. pubblicarono su vinile nel 1987 un album fondamentale della loro discografia, che metteva in gioco in maniera organica tutte le idee sviluppatesi nella fase di consolidamento della loro linea culturale. Una linea che attingeva alle radici propriamente industrial dei Throbbing Gristle e ai prodromi del krautrock, passando attraverso suggestioni dadaiste e mitteleuropee cariche di ironia e dissacranti nonsense.

"Presto i topi verranno a cercarci" è un collage fluido di momenti musicali che spaziano tra atmosfere oscure e filastrocche tecnologiche, all'epoca relegato ad una nicchia che aveva un substrato di cultori nutritissimo, con canali di distribuzione dedicati e una politica commerciale ben precisa (sulla copertina appariva la scritta non pagare più di L. 9000). Prodotto da Guazzotti con la lineup storica del progetto, l'album si avvale del contributo amichevole delle Officine Schwartz e di un entourage capace di esprimere più qualità creativa che tecnica. Del resto ai F.A.R. non interessava certo produrre suoni puliti e l'intera opera (come anche altre precedenti) aveva un alone lo-fi sostanzialmente adeguato ai sentori sinistri dei titoli e dei vari recitativi.

Tra sirene, percussioni, loop artigianali, le ispirazioni di Grazia Stella e della compianta Iolanda Torello facevano da contrappunto all'incontenibile follia visionaria di Guazzotti, vagheggiando provocazioni da film horror come nel famoso ritornello attraverso le falciatrici (prestato peraltro dalle Officine Schwartz stesse). E se l'approccio globale del disco sembra tutt'oggi precludere apprezzamenti da parte di un pubblico "normale" - per quanto curioso e vorace - per il panorama alternativo di allora questo era comunque un album per palati speciali.

Qualcuno, nel tempo, ha valutato come più significativi altri titoli dei F.A.R. Gruppo che, per una scelta volontaria, ha poi terminato presto la sua avventura, spostando sul progetto MGZ gran parte delle sue risorse. I topi restano a mio avviso una testimonianza forte del percorso fatto e forse anche la pietra tombale della prima ondata industrial europea, che nel 1987 aveva sicuramente già dato e detto tutto.

Impensabile, del resto, fruire appieno delle idee dei F.A.R. senza assistere ad uno dei loro concerti, vere e proprie performance multimediali in cui il suono era solo una parte dell'estro.

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