1995

Rossi Fausto pubblica per la TARGET il suo secondo lavoro. "L'Erba" che a differenza dell'album precedente rifiuta quasi totalmente l'elettronica, basta. In questo nuovo lavoro non si usano più SOUND TOOLS, TURBOSYNTH, ALCHEMY. Questa volta grande abbondanza di Chitarre Elettriche, Batteria, Basso e una serie di strumenti etnici? Un po' di moda negli ultimi tempi. Bando alle atmosfere rarefatte di "Cambiano le cose" e via libera al rock viscerale che il nostro ha dentro. Tutto lo schifo del mondo ci viene vomitato addosso brano dopo brano fino a concludere il tutto con una versione minimalista di "Close Watch" di John Cale.

Fausto, capelli lunghissimi, appare in copertina come novello GURU, gli occhi attenti ci guardano in sbieco per non lasciar passare nulla al caso, sette canzoni dalla musicalità a volte scarna eppure arricchito da suoni inconsueti. "L'Erba" la tittle track un inno all'erba appunto, si chiude dopo il viaggio tra suoni Tibetani di "Vina e Mridangam". Ossessiva con tutti i suoi Santi

"Santa è l'erba...
Santo è Buddha...
Santo anche il denaro...
Santo il silenzio...
Santo il mio cuore."

Stranamente i testi in questo disco la fanno da padrone. Stranamente per chi conosce il  personaggio.

Quasi tutto il disco parla del desiderio di essere liberi e se stessi al di là di ogni censura, fino a diventare estremamente volgare ma tanto vero in quella stupenda canzone che è: "Chiudi gli occhi (la vita è un sogno)" commovente al punto che Finardi nel sentirla ha voluto partecipare al disco unendosi con la sua armonica a bocca

"Strano questo tramonto
ora a quarant'anni immerso nei miei sogni
mentre il mio amore per te striscia.
Così negli occhi nello stomaco
e nei piedi su cui appoggio tutto il mio corpo..."

Canzoni mai banali e successo strepitoso, tournee e almeno 5000 CD venduti e dopo due anni "Exit" un lavoro per abbattere quelli che erano restati in piedi con "L'erba".
Testi ancora più crudi e band ridotta all'osso.

Tre album straordinari in cinque anni un vero record per Fausto.
Ora dopo dieci anni di silenzio forse, ha qualcosa da dirci, o forse no l'importante e che vada avanti per la sua strada fino a chiudere, finalmente, quel maledetto cerchio.

Il problema di Fausto Rossi è che egli è troppo duro col mondo e con se stesso, e nei rari concerti a cui ho potuto assistere e quell'aria di supremazia e indisposizione verso gli altri che si dà. Ma forse è solo una mia idea.   

I DON'T BELIEVE IN SPIRIT...

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