Revolver calibro 35 puntati dall'oltremanica
Il cinema è "di" e "la" frontiera.

Per mano di Collin Henga, reo confesso del massacro di Brian Jonestown, nascono nel 2004 dalla polvere dei "Cocaine Unicorn". Giochi di parole che si sprecano.
Strada facendo si aggrega gente dalla scena folk rock e un disperato quanto misocnosciuto Colin Sheridan in fuga dall'ambiente drem pop.

Non bastassero la frontiera e i Calibro35 come punti cardinali, cadrebbe a peso morte una lapide dal cielo e il confine del cielo delimitato dalla lineadi sabbia si riempirebbe del nome di Morricone. Sì: è vivo; ma è la frontiera, e i nomi della frontiera, così, per precauzione che non si sa mai, stan tutti sulle lapidi.
C'è anche altro? Sì, tanto, ma Morricone, come è naturale che sia, piglia tutto e porta a casa. Del "tanto d'altro" che avanza ti rimane veramente poco a fine pasto.

Tra uno spaghetto e l'altro, a caso, di rado e quasi a tradimento, una canzone.

I Calibro35 d'oltremanica? Non scherziamo: uno scherzo pieno di riempitivi giunto al terzo caitolo. La capacità che hanno i calibro di rievocare i sampietrini se la sogna: io ci ho messo le lapidi, ma a ben sentire son più mie che loro.
E' roba che fai girare in auto quando gli altri stan dormendo, ma nella faretra della sua inutilità due o tre frecce buone le tiene.

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