Nell'anno 2001 mentre le torri cadevano giù, un nero di Chicago (City of House) buttava fuori una raccolta di brani electro (in seguito "Album").
"Kittenz and thee Glitz" il titolo dell'album gioca con le identità dei principali artefici: Felix da Housecat (il nero di Chicago di sopra) e Miss Kittin.

Ora la genialità di Gatto Feliciano è stata quella di essere tra i primi a rispolverare l'italo disco e quindi a cavalcare sornione l'onda electroclash quando giusto si iniziava a parlare di electroclash.

E per fare questo lui, dj e produttore che già tastava il beat di Chicago dal 1987 si è scelto una degna socia, una che ti tira fuori certi tormentoni stile: "Happy Hour, Sun Shower, Inno Hit, Gives you Power!" Che già me la vedo la mozzarellona d'oltralpe sulle riva del fiume a spararsi Moroder a palla col Radiolone (Inno Hit oppure Sanyo fate voi...) sovralimentato a torcioni.

Oltre alle ovvie e quasi necessarie citazioni kraftwerkiane, che se non le fai mica si può dire che sei electroclash, in questo album c'è anche "Magic Fly" cover paparazzata dagli Space un super classicone della prima electro e c'è anche la bellissima "She Lives" che sembra anch'essa provenire da quel periodo d'oro della disco muzik, incredibile...

In "Silver Screen" i due piccioncini decidono di assemblare le loro menti in un regime di comunione dei beni, il risultato è un masterpiece bigusto, Felice ci mette questi sample percussivi un pò vetrosi e Miss Kittin questi parlati ad effetto in rima (Sweet Seduction in a magazine / Endless plaisure in Limousine...) che vuoi o non vuoi sono diventati uno stilema della dance.

Se a tutto ciò aggiungiamo gli intermezzi con le voci di entrambi registrate dalla segreteria (autocitazionismo ruffiano) possiamo anche affermare che in un certo qual modo questo album possa essere un piccolo manifesto della disco music elettronica, che è autocitazionista e perchennò ruffiana anch'essa.

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