I film corali, si sa, sono sempre rischiosi, anche se Ozpetek ha dimostrato in passato di cavarsela più che egregiamente nel gestire tanti personaggi. Qui ci troviamo forse con un'esagerata presenza femminile che, pur rappresentando uno dei lati positivi del film, comporta il sacrificio nell'approfondimento di molte di queste figure. Non è comunque un difetto grave, perché in primo piano c'è soprattutto il lavoro di sartoria che diventa un vero e proprio omaggio a una delle componenti fondamentali del cinema: i costumi.

Questo, unito all'amore per le donne che traspare in ogni fotogramma della pellicola, salva tutta l'opera di Ozpetek, la cui sensibilità verso l'universo femminile non ha pari nella cinematografia nostrana.

Grandissime le performance di tutte le attrici, anche di quelle che godono di minore spazio. Difficile fare una classifica tra Scalera, Minaccioni, Ranieri, Savino, ecc. Perfino Jasmine Trinca (che personalmente non mi ha mai fatto impazzire) riesce a fare emergere la sua fragilità in contrapposizione all'apparente durezza della Ranieri. Sorprendente poi la prova attoriale di Mara Venier, completamente a suo agio in una specie di ruolo di matrona/chioccia, in cui primeggia anche la sua strabordante fisicità.

Anche l'idea metacinematografica delle discussioni tra regista e attrici, all'inizio e in altri momenti del film (pur non essendo particolarmente originale) non ha disturbato, ma anzi è riuscita ad aumentare quel sapore di sorellanza e di sana solidarietà femminile che costituisce la vera ossatura del film.

Ozpetek sa giostrare sempre con grande maestria tra i momenti "leggeri/comici" e quelli più drammatici, che spesso possono assumere toni molto forti. In questa pellicola forse non funziona tutto (bella la storia del mancato appuntamento con l'amore giovanile della Ranieri, molto forzata invece la risoluzione della storia della violenza domestica). Anche alcuni dialoghi sui massimi sistemi sono un po' sbrigativi, cercano troppo l'effetto, ma in generale si può soprassedere, anzi ci si può sedere insieme a Ozpetek e alle sue bellissime tavolate riccamente imbandite.

Da segnalare nella colonna sonora il “ritorno” di Giorgia, interprete della canzone che dà il titolo al film, a distanza di anni da “La finestra di fronte”

Dedica finale a Mariangela Melato, Virna Lisi e Monica Vitti.

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