Se "Un giorno perfetto" fosse un suono non sarebbe il violento rombare di un tuono, o un grido nella notte o il rumore effimero di un automobile che sfreccia nella muta notte. Se "Un giorno perfetto" fosse un suono, sarebbe bensì lo scrosciare incessante e costante di un temporale, imperterrito, incurante della città bagnata, un sottofondo quasi silenzioso in una notte senza luna.
Ed è proprio con un temporale che si apre il film, il suono delle gocce violente che cadono sull'asfalto, sui tetti, sulle auto parcheggiate, un'inquietudine accompagnata dal respiro innocente e inconsapevole di un bambino di soli 9 anni, vittima innocente della serie di eventi incontrollabili che, metaforicamente, è come se interrompessero la sua serenità infantile. Un'apertura di sipario silenziosa ma violentemente intensa, che anticipa due ore altrettanto silenziose ma ansiosamente intense, una sequenza di immagini e storie e personaggi che si intrecciano, dipingono un quadro inquieto che nasconde un'esplosività latente e che aspetta solo l'accensione della miccia per l'eruzione finale.
Protagonista della vicenda sono le 24 ore perfette nelle quali si sviluppa l'intreccio, scacchiera ben studiata in cui, come pedine inconsapevoli, si muovono i personaggi, in un silenzio che non intralcia la trama. Non sappiamo niente di ognuno di loro, del perchè dello sguardo assente, o della sigaretta fumata nervosamente nel balcone, del cosa li lega l'un l'altro, riusciamo a intravedere qualche sprazzo del passato esclusivamente tra una battuta e l'altra, quasi per caso. Nonostante questa anonimità però, è facile cogliere le enormi mancanze che scalfiscono le forti personalità.
Emma, interpretata da una truccatissima e passionale Isabella Ferrari, ha alle spalle un matrimonio fallito con Antonio, e sta lentamente ritrovando la voglia di vivere nonostante i problemi economici e i figlio da crescere, portando con sè gli strascichi eccessivi di un passato estroso vicino al mondo dello spettacolo; d'altra parte però Antonio non ha superato la separazione, ma anzi vive una profonda crisi mentale ossessionato dalla speranza di poter riavere la vita di una volta; uno stranito Valerio Mastandrea che incarna sapientemente lo smarrimento ossessivo, a volte violento e malato del suo personaggio. Al fianco della loro famiglia disintegrata si muovono altri personaggi che appartengono però alla Roma bene, ma che nonostante il benessere economico non trovano armonia nei loro rapporti.
Un film profondamente diverso dai precedenti di Ferzan Ozpetek, che stavolta ha preso spunto dal romanzo omonimo della Mazzucco; una virata importante verso l'italianietà, che fa da sfondo ingombrante alle vite dei personaggi con i suoi call center, le campagne elettorali e i compromessi, il così evidente divario tra alta e bassa borghesia. Diversamente dai precedenti "La finestra di fronte" e "Saturno contro" mancano quei rari momenti di semplice gioia, in cui colori, odori e sapori avevano un ruolo da protagonisti; stavolta i protagonisti non si siedono attorno a un tavolo per cucinare, o cenare insieme, elemento fondamentale delle opere di Ozpetek.
Non manca però la firma del regista turco, che non ha voluto fare a meno della veterana Serra Yilmaz, onnipresente nei lavori del connazionale. La sua comparsa è significativa perchè rappresenta l'unico momento di serenità di Emma, che si concede il semplice piacere di un gelato panna e cioccolato (vendutole proprio da Serra), sfizio che potrebbe sembrare di poco conto in apparenza, ma che la ospita per pochi minuti in una dimensione pacata, spensierata e quasi infantile, prima del brusco ritorno alla realtà che cambierà per sempre la sua vita. L'intensità del film lascia di stucco, il finale aggressivo e improvviso gli dona un retrogusto amaro e pungente che difficilmente si dimentica.
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Altre recensioni
Di eletto1987
Niente e tutto, è la risposta. Spesso scorrono lentamente, in modo banale e dannatamente troppo simile alle 24 ore precedenti.
Un film duro, a tratti claustrofobico, sicuramente lontanissimo dalle atmosfere a cui ci ha abituato, piene di speranza e ottimismo.