Febbraio 2013. Esce l'album d'esordio dei FIDLAR, dal titolo omonimo, gruppo statunitense di Los Angeles.

I FIDLAR prendono il loro nome dall'acronomo "Fuck It Dog, Life's A Risk." Letteralmente: "Fanculo cane, la vita è un rischio." Nonostante questo sia il loro album d'esordio avevano già scosso il terreno con due EP in cui avevano mostrato apertamente la loro identità e la loro concezione di musica. Suonano nella loro maschera di skaters e di ragazzi casinisti, andare ad un loro concerto (saranno a Milano tra un mesetto) significa aspettarsi di trovare gente ubriaca tra gli spalti, i quattro membri che sparano birra dal palco quasi come dei piloti di formula 1 (se non per una evidente differenza alcoolica) e qualche classica persona fuori luogo col clima di festa e di "sballo".

Già possiamo notare come il gruppo faccia parlare molto di se, e ancora non abbiamo parlato di musica.

Leggendo la Tracklist non ci volevo credere, ho iniziato a preguidicare negativamente il gruppo per i titoli delle tracce (e i testi in generale sono sempre su quel livello). Il primo brano è Cheap Beer già spammato dal gruppo mesi prima. A parte il titolo sottolinerei qualche frase poetica proveniente dal testo, come questa: "I! Drink! Cheap! Beer! So! Want! Fuck! You!". La musica è esattamente quella che ti aspetti da testi e titoli del genere, vivace ed energetica, non molto elegante e pulita, e da canzoni che parlano di birra alla fin fine questo ti aspetti, una chitarra prepotente e una voce forte e rauca. Non si distaccano dal canone dei "cattivi ragazzi" e da quelli musicale del Punk. Non vi è una vera novità, ma non per questo la musica non è godibile, anzi. Scalando la tracklist arriverei a White on White con diversi riferimenti presi dai Misfits. L'album scorre velocemente, per cui merita di essere riascoltato. Max Can't Surf è una ventata di freschezza del giovane quartetto, LDA è l'ennesima canzone del gruppo che ti farebbe venir voglia di scendere per strada e dartela alla pazza gioia. Tutti i pezzi sono brevi ma intensi, segnalo ancora No Waves, più morbida dei pezzi del resto dell'album. Concluderei con l'ultimo brano dell'album Cocaine, l'unica traccia di una buona lunghezza (è divisa in due parti separate) ed è anche quella più elaborata.

In conclusione vorrei dire che questi ragazzi non stravolgono il mondo della musica, non sono i primi gruppi che suonano questo genere e che vivono in maniera spericolata, tra feste, skateboard, surf e birra. In Italia ragazzi come questi potrebbero facilmente auspicare ad incarichi governativi. Anche se non c'è innovazione in questo album la musica ti trasporta e assolutamente non annoia, in fondo I FIDLAR vivono la vita come se ogni giorno per loro fosse l'ultimo. Adesso scusate ma tutto questo parlare di birra mi ha messo particolarmente sete.

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