C'erano una volta gli Exhorder, gruppo che ha influenzato enormemente una delle più grandi thrash metal band, sto parlando degli "immensi" Pantera del mai troppo compianto Dimebag Darrell, uno dei chitarristi più influenti e innovativi degli ultimi tempi, deceduto l'8 dicembre 2004 per mano di un folle mentre stava facendo la cosa che più amava, suonare su un palco con il suo nuovo progetto "Damageplan", insieme al fratello Vinnie Paul.
Proprio in "Cowboys From Hell" i Pantera citano nei crediti gli Exhorder, band non troppo fortunata che si sciolse dopo soli due album e un demo, "The Gun" (1986), "Slaughter In The Vatican" (1990) e "The Law" (1992), dando vita, non certo di proposito, a controversie sul "plagio stilistico exhorderiano" da parte della band di Phil Anselmo & soci.
Negli Exhorder militava un cantante di enorme talento, tal Kyle Thomas (ora negli Alabama Thunderpussy), che, finita l'avventura con gli Exhorder forma i Floodgate e ci regala questa meteora perlacea che non avrà purtroppo un seguito poiché resterà l'unico lavoro in studio della band. Ma che lavoro..
Se vi interessa una voce con i controcazzi, con timbro pieno, potente, capace di salire di tono mantenendo la stessa roca intensità e distorcere in scream senza batter ciglio, denotando una notevole versatilità, con chitarre ribassate, pastose, figlie sabbathiane e ammiccanti alla sabbiosità desertica, unite ad una batteria e basso schiacciasassi, questo può essere un disco che fa al caso vostro, sempre che riusciate a reperirlo.. Qui c'è veramente di che sbizzarrirsi a trovare assonanze di ogni tipo, dal grunge al southern rock, dallo stoner ai fasti dei seventies (strizzando sempre l'occhio verso la "pesantezza" dei Black Sabbath e ai riff monolitici di zio Iommi, sempre sia lodato).
Partono subito forte i Floodgate, con la travolgente "Shivering", dove la batteria e il basso fanno da locomotiva inarrestabile e le chitarre impastano riff come colate laviche, a cui si unisce la "doppia" voce (o ce la sento solo io?) di Alice in Chainsiana memoria, seguita a ruota da "Through My Days Into Nights" (io ci sento un non so che di Nirvaniano a livello chitarristico, ma forse sbaglio, giudicate voi), la potente "Before The Line Divides" e la dispareggiante pachidermica nel lento incedere "Those Days". Non c'è tregua nei primi cinque pezzi, come dimostra la seguente "Till My Soul", ma il ritmo lo devi spezzare prima o poi, per non risultare troppo ripetitivo, quindi la ballad arriva sciamanicamente sulla via del deserto sabbathico "Planet Caravaniano", con "Whole", che ci fa prendere fiato un attimo prima della successiva, ennesima bordata "Second Guesser", dove non si risparmia nessuno, specialmente l'ugola ferrochiodata di Thomas, stesso discorso vale per "Running With Sodden Legs", mentre i toni si placano un pelo, ma non la pesantezza, sia chiaro, in "Imitation Salvation" e relativo muro di chitarre annesso. Se non ne avete ancora a basta ci pensa uno dei pezzi migliori del disco, ovvero "Fell You Burn", a prendervi per mano, mostrando tutto il talento vocale di Thomas, e portarvi fino allo schiaffo conclusivo di "Black With Sin". E buonanotte..
Dopo un esordio del genere l'unica cosa da fare era proprio sciogliersi..
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