Nel 1971 la band olandese Focus pubblica 'Moving Waves', che in Olanda uscire con il nome di Focus II e con una copertina totalmente differente.

Questo meraviglioso album lancerà la band grazie alla hit Hocus Pocus, da tutti spesso considerata come la perla di tutta la produzione Focus. Un riff di chitarra solido, travolgente e tagliente, una linea di basso potente, la batteria che fra strofa e ritornello esplode, e un Thijs van Leer pazzissimo che si cimenta nello yodel e nel falsetto, emettendo i vocalizzi più strani, suonando oltre ad un flauto prepotentemente aggressivo, la fisarmonica e le tastiere: la formula funziona alla grande, c'è il genio in questa canzone. Se ne accorgono anche dall'altra parte dell'Oceano Atlantico, dove questa canzone scala le charts con una single version da paura. Poi i toni si placano con Le Clochard, essenzialmente un breve arpeggio del chitarrista Jan Akkerman. Janis è un altro bel lento appassionato, un po' malinconico e struggente nelle parti di flauto, dove il basso di Cyril Havermans. Moving Waves è un pezzo fatto su misura per This van Leer che presenta un cantato su pianoforte che evoca davvero le onde del mare. Focus II è un altro brano memorabile, dalle tipiche tinte Focus, specialmente dove il ritmo accelera per poi incastonarsi di nuovo magicamente al main theme.

Ma il bello dell'album giunge ora: Eruption, basata sul Mito di Orfeo ed Euridice, è la grande suite dell album di ben 23 minuti. È composta da stupende parti melodiche, sempre un po' jammate e jazzate nel tipico stile dei Focus. Dopo il primo movimento di intro (Orfeus) c'è il tema principale (Anwser) molto progressive per poi passare ad un bel lento che si protrae con gli armoniosi vocalizzi di Thijs van Leer che sinuosamente si insinuano qua e là. Nel movimento The Bridge, è davvero spaventoso il ritmo che introduce Jan Akkerman con la chitarra, che si cimenta poi in uno dei suoi favolosi assoloni, che finisce soltanto con l'inizio del virtuosismo alle tastiere di Thijs van Leer. Poi con Euridice introdotta dal delizioso pianoforte, ritroviamo atmosfere più sognanti, ove anche il flauto sembra parlare lingua elfica, come in una sorta di canzone da Gran Burrone dal Signore degli Anelli, basti ascoltare anche il seguito intitolato Dayglow. Anche il batterista Pierre van der Linden trova il suo spazio, con un assolo niente male denominato Endless Road. Quindi i tre movimenti finali: la ripresa del tema principale e un gran finalone con il pianoforte e lo splendido fraseggio di chitarra a fare da supporto al flauto dai toni dolci.

'Moving Waves' è insieme a Focus 3 il fulcro della discografia dei Focus. Spettacolo dall'inizio alla fine, questo disco è permeato di un'atmosfera tutta particolare. Già dal primo ascolto c'è da rimanerne entusiasti!

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