Uno dovrebbe avere un coraggio fuori dal normale per poter affermare che il loro primo lavoro era un misto di gothic/symphonic metal. Eppure son passati 3 anni da quando gli spagnoli Forever Slave pubblicarono "Alice's Inferno" che passò quasi completamente inosservato e che lasciò pochi rimpianti nonchè minime soddisfazioni anche e soprattutto in chiave live.

Siamo nel 2008 e in un periodo nel quale le uscite di album metal sono a tutti gli effetti quotidiane, gli iberici hanno deciso di pubblicare un nuovo album con gli obiettivi primari di cambiare completamente rotta, ponendosi sin dal principio quello di riuscire nell'intento di produrre canzoni con notevoli migliorie compositive e di lasciare lungo un sentiero sostanzialmente sfiorito quello che è stato il loro sfortunato passato. Tuttavia come potremo constatare dopo aver ascoltato le prime tre canzoni, il cambiamento c'è stato e dal punto di vista qualitativo, e per quanto concerne il sonoro globale di melodia e voce; ma ancora e penso che la stessa band, facendosi un attento esame di coscienza, se ne sia accorta, c'è tantissimo da lavorare sopra. Anche all'udito di un ragazzo non estremamente esperto e che ha incominciato ad ascoltare da almeno un mese gothic e i suoi derivati risulterebbe il sonoro complessivo dei Forever Slave ancora molto fragile, poco promettente e alquanto superficiale, monotono e poco produttivo.

Sicuramente innovativi saranno i temi che hanno voluto trattare in maniera notevole, attenta e curata e con estrema cognizione di causa nei loro rispettivi testi quali l'AIDS/HIV, l'abuso sulle donne, le inseminazioni artificiali, le relazioni omosessuali, la questione di difesa contro la pedofilia e tant'altro; ma levando ciò tutto sprofonda nel commerciale e nell'improduttivo, nonostante i loro dichiarati tantissimi anni di gavetta che sarebbero dovuti servire in modo tale da coronare, attraverso il proprio sound, finalmente, il loro più grande sogno da quando si son formati: raggiungere, seppur lontanamente, la fama della quale hanno goduto i mostri sacri del genere in questione. (vedasi Tiamat, Therion, TON & co). A rovinare ancor di più la qualità finale di quest'album sono le tracce inutili come "Pulse", che, scusate l'espressione alquanto vaga, sta lì giusto per fare numero e per i suoi 24 secondi non riesce a produrre neanche quel minimo di atmosfera che sarebbe risultata necessaria, d'obbligo e d'introduzione portante a una delle tracce più significative e meglio riuscite dell'intero lavoro: "Kristin AIDS". Insieme a quella, "Dickhead!", molto probabilmente, verrà ricordata da molti loro fan come un mezzo capolavoro anche se, nonostante sia estremamente orecchiabile e "power", sa già di sentito.

L'unico fattore positivo che ho potuto apprezzare e sul quale non c'erano obiezioni da fare sta nel fatto che a rialzare, seppur in minime parti, le sorti di questo mezzo disastro è spettato alla splendida e limpida voce della leader dell'intera band "Lady Angellyca", che, tuttavia, non deluse neanche nel loro precedente lavoro "Alice's Inferno". Molti attribuiscono la colpa al genere stesso che, ultimamente, sta soffrendo di troppa stasi creativa ma, al tempo stesso mi chiedo allora quali siano le opportune soluzioni che adottano tutte quelle band che riescono a proporre sempre lavori lucenti, freschi ed interessanti sotto tutti i punti di vista. Tutto ora dipende da loro.

...sperando che tentino di fare quel passo in avanti che servirebbe per entrare nella leggenda...[cit.]

Elenco tracce e video

01   Dickhead! (04:56)

02   Say Good-Bye (04:03)

03   Gothix Girls (03:54)

04   Pulse (00:24)

05   Kristen A.I.D.S. (04:54)

06   Afterlife (04:55)

07   Our Story (03:42)

08   Mar, No Te Vayas (04:40)

09   The Lovers (04:00)

10   Larmes Et Roses (04:23)

11   My Girl (She Loves Her) (04:26)

12   Gasoline (04:07)

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