Tremendamente incazzato, tremendamente saggio, tremendamente vero.

Lo voglio descrivere così, questo nuovo Francesco Adessi e le Maggiori Dissonanze nel suo, a quanto pare, ultimo capolavoro "Alle spalle", album che fa beffa a molti dei dischi attualmente in commercio nel panorama italiano, sebben sia ancora molto conosciuto. Il Cd è autoprodotto e contiene ben 12 canzoni, tutte scritte, composte e arrangiate dallo stesso Francesco, cantante e leader del gruppo. Ogni canzone può sembrare a se, ma in realtà ognuna è legata alle sue precedente e seguente da un unico filo conduttore: guardati bene alle spalle per non essere accoltellato da falsi amici, non ti fidare di chi sa solo parlare e non passa mai ai fatti, e per quanto tu ti possa impegnare, migliorare e arrivare a fare cose a volte impossibili, nella vita sembra che tutto questo non basti mai, come se ogni punto di arrivo fosse sempre e solo un nuovo punto di partenza.

I testi sono chiari, crudi e netti, parlano già da se e non c'è bisogno che si aggiunga nessun'altra spiegazione. E questo mi piace. Sono proprio annoiata da questo contesto commerciale italiano in cui emergono soprattutto (per non dire a volte SOLO) canzoni dai testi che sono come delle insalate condite con le solite paroline "sole cuore amore nuvole e parole", e questa modalità di scrittura che Francesco Adessi fornisce è come acqua santa: racchiude in una botta sola grande gusto sonoro e grande significato testuale. Si sente che ne ha da dire questo ragazzo, che ne ha passate tante e che ne ha da sparare a parecchi bastardi, e lo fa nel suo più intimo, singolare e profondo modo, a volte con crudità, a volte con ironia, ma mai con lasciva banalità. Difficilissimo infatti poterlo incanalare. Data la grande orecchiabilità delle canzoni indubbiamente è un ciondolo della colorita collana pop, ma allo stesso tempo si distacca da tutte le comuni sonorità che attualmente vanno per la maggiore in Italia. Arrangiamenti e musiche hanno un'impronta decisamente internazionale, e si intrecciano perfettamente ad una modalità di stesura testuale che è invece radicalmente italiana. Questo insolito ma ben riuscito intreccio è un continuo catapultare l' ascoltatore in diversi e interessanti mondi: in "Alle Spalle", canzone che porta il nome dell'omonimo album, quasi si può percepire una ricerca sonora che ci riporta agli effetti un po' computerizzati usati dai The Postal Service, accostati ad un andamento ritmico però rilassato, che quasi ci culla i fianchi. Nella ballad "Don't trust me", unica canzone dalle parole anglosassoni, finiamo comodamente seduti su una poltrona vintage di un locale underground londinese, con un'unica, 'incredibile' appunto, frase che si ripete in random, e intanto dietro, la musica, è un continuo crescere ed evolversi, esplodere per poi tornare alla sua originaria forma semplice e minimale da cui era partita.

"Cado in piedi", invece, ci spinge quasi al confine della pop-dance elettronica che quasi quasi ti vien da pensare alla buon vecchia (Ei fu!!) formazione dei Subsonica, con quei suoni acidi e accattivanti, ma alla prima nota cantata subito ritratti questo accostamento, ti accorgi che il testo esprime una forza e una crudità che ben si discosta dagli a volte 'trascendentali' testi subsoniani. Pecche? Finora non ne ho riscontrate alcune, a parte quella di essere, Francesco Adessi e le Maggiori Dissonanze, un gruppo autoprodotto veramente valido ma non ancora, ahime, egregiamente spinto. E inoltre, il cantante, è anche un gran bel ragazzo, e allora come potergli dire di no? :)

Ottimo lavoro, sono convinta che darà presto i suoi meritati frutti, intanto colgo l'occasione per complimentarmi, e per spargere la voce qui perchè a mio modestissimo parere, meritano molto. Se la recensione vi ha ingolosito... googleate pure, non è difficile trovarli ;)

Carico i commenti...  con calma