Uno spicchio della grande produzione di De Gregori, registrata dal vivo al concerto di Bologna dell'11/9/93. L'autore romano non sceglie le sue hit più famose per farle cantare in coro al pubblico più affezionato, come è invece di routine per molti artisti. De Gregori prende una manciata di pezzi famosi ed un mucchio di pezzi più sconosciuti, li accosta bene fra loro, dando vita ad un concerto originale e più che gradevole.

Inizia con "Povero Me" (da 'Canzoni D'Amore' 1992). Un pezzo lento, misantropo e disperato, riuscito davvero bene in questa versione 'live', uno dei più belli. Fantastica, sognante e irreale "300.000.000 Di Topi" (da 'Miramare 19/4/89' 1989) è una delle canzoni bellissime e poco famose ripescate dall'autore per questo concerto. Poi si prosegue, De Gregori dal vivo più che in studio (ed in particolare in questo concerto), con la classica a tracolla e l'armonica a bocca spesso fra le labbra, è più che mai il Bob Dylan nostrano. Molto più astratto e molto meno 'sociale' nei testi, ma le basi musicali e il modo di cantare dei due artisti sono molto spesso davvero vicine. Una canzone su tutte che rappresenti l'influenza 'Dylaniana' in questa serata bolognese è indubbiamente "Mannaggia Alla Musica", la storia di 'Ulisse', un solitario musicista di strada, che sopravvive cantando e suonando sul golfo di Napoli.

La traccia migliore del concerto è la versione rocckeggiante e solida di "Sangue Su Sangue" (ancora da 'Canzoni D'Amore'), il cupo e cinico pessimismo di De Gregori nei confronti della società odierna, esplode in maniera dirompente:

"...Non ti convince per niente il programma che stanno dando
Che strano nessuno lo può più cambiare col telecomando
Siamo chiusi in una scatola nera stella, nessuno ci aprirà
chiusi in una scatola nera stella, che nessuno mai ritroverà".


Inserisce anche qualche pezzo più celebre come la bella "Il Bandito E Il Campione" (del fratello di Francesco: in arte Luigi Grechi) e la conclusiva "Viva L'Italia".
Molti i grandi classici assenti della prima parte della carriera dell'autore, molti i pezzi meno celebri rispolverati. Il che potrebbe fare storcere il naso a chiunque cercasse il meglio del 'Principe Romano' in versione 'live'.
Il risultato è un concerto molto omogeneo ed estremamente interessante, consigliato a chi volesse assaporare qualcosa di più, di quello che tutti quanti oramai conoscono, sull'arte musicale di questo autore.

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