Un esordio che ha il sapore della conferma, un punto di arrivo per una nuova partenza. Questo è "Francesco Renga", primo lavoro solista di quello che fino a quel momento era stato solo il vocalist dei Timoria, gomito a gomito con la mente di Omar Pedrini a dare vita a una band come poche se ne sono viste dopo la sua "dipartita".
Renga parte da queste 15 tracce per rivelarsi al pubblico senza l'appoggio di Pedrini e soci, per dimostrare che anche lui, da solo può avere qualcosa da dire. Sono 15 tracce dal sapore rock con una spruzzata di pop, dal retrogusto dolce che alleggerisce ogni pretesa di "pesantezza" quasi a voler staccare ogni ponte con quella che era stata la sua quotidianità fino ad allora, fatta di amplificatori sparati al massimo su chitarre distorte.
Forse canzonette, direbbe qualcuno, ma con una grande protagonista, un trait-d'union inconfondibile che le accomuna tutte: la voce unica che riesce ad emozionare anche sugli accordi semplici e i passaggi prevedibili di "Splendido", con una tecnica che ancora oggi è un inconfondibile marchio di fabbrica del Renga-style. Forse più grezza e un tantino più immatura dei lavori precedenti, la potenza vocale qui si dipana attraverso le tracce volutamente più rock (almeno nelle intenzioni) di quelle che seguiranno, quasi ad indicare un artista "in divenire", bel lontano dalla maturità e dal sentirsi "arrivato".
Un artista che esce di scena dalla porta principale e si riaffaccia da quella di servizio, recando una maschera che lo copre solo parzialmente. Pezzi come "Ancora di lei" sono l'essenza stessa di questo album: inizio lento, incedere pop ed esplosione di chitarre e su tutto quella voce, quell'acuto potente e caldo che giunge inaspettato e quasi toglie il fiato. A suo agio tanto nei passaggi bassi e vibrati come in quelli alti, Renga cerca di affrancarsi dal suo passato nel modo, forse, migliore: riaffermando una personalità che forse Pedrini aveva messo un pò in ombra.
Tra episodi banali e comunque non significativi come "Mai così" e "Anche per te", troviamo la sua dichiarazione d'intenti (in futuro clamorosamente disattesi), "Mr. Rockstar" e la bella "Affogo baby" che fu (intelligentemente) uno dei singoli di lancio di tutto il lavoro. Pezzo che si fa sicuramente ricordare pur non recando in sè nulla di originale nè di innovativo, forse per quella sua melodia di stampo tormentonistico, atta ad essere fischiettata o canticchiata a mezza bocca.
Nota per "Venerdì", in cui si gettano le basi di quella che sarà la futura strada di Renga. Questo pezzo coincide così bene con quelli di "Tracce" che avrebbe potuto tranquillamente trovare posto nel successivo lavoro senza la minima stonatura, invece qui è a chiudere un cd tutto sommato rock virante sul pop, come se il suo stesso autore non sapesse ancora da che parte stare.
(Pen)ultima parola sulla conclusiva "Impressioni di settembre", che si collega come un ponte a quei versi pianoforte e voce che chiudono (pretenzioso esperimento di "ghost track"?) "Tracce" (ma anche la stessa "La nuda verità"); anche qui è solo Renga con il suo strumento più potente ad accompagnare le note di pianoforte in un pezzo dal testo e dalla melodia non facili e neanche tanto accattivanti, ma che comunque rappresentano una buona "chiusa" per un lavoro che raggiunge la sufficienza proiettando Francesco sul main stage del pop italiano.
Menzione a parte per la traccia aggiunta nella riedizione di questo cd, che seguì di circa un anno la prima uscita. Trattasi di "Raccontami", pezzo che valse a Renga il premio della critica a Sanremo nel 2001, dove si presentò nella categoria giovani. Testo banale e musica dall'immediata presa lo lanciano definitivamente contemporaneamente abbandonandolo al triste destino che lo ha portato ad essere quello che è oggi: una triste copia di se stesso, abbandonato dai fans dei Timoria che sono riusciti a sopravvivere per un paio di album con Pedrini alla voce (!!!), abbandonato dai suoi sostenitori della prima ora (io) per essere diventato un triste fantoccio manovrato dal "sistema". Convengo con chi obbietterà che non è mai stato un grande artista, ma a questa affermazione contrappongo la ferma convinzione che prima di "Angelo" avesse davvero qualcosa da far sentire.
Se cercate il vero Renga non lo troverete nè qui, nè nelle smielature inutili di "Camere con vista", piuttosto è da ricercare in "Tracce" la vera natura di una delle voci maschili più straordinariamente "sprecate" del panorama triste-poppettaro odierno.
Elenco tracce testi e video
02 Favole (05:25)
Sai
Quanto mi piacciono
I vizi dell'esistenza
Quando non c'è più
Niente da perdere,
Consolano la mia speranza
Certo che
Non sarà facile
Confondere le mie paure
Quando non c'è più niente da prendere
Si affacciano dal cuore
Ma ora sono stanco ...
Stanco anche di te
Come posso stare qui seduto e divertire,
Mentre so perfettamente
Come andrà a finire?
Ma tu credi che sia facile per me
Bere e raccontarti favole?
Credimi,
Non sono un angelo
Né vittima
Del caso
Amami se ti fa comodo
Fammi impazzire
Se puoi
Il vino mi assomiglia
Si fa corrompere
Come posso stare qui seduto e divertire,
Mentre so perfettamente
Come andrà a finire?
Ma tu credi che sia facile per me
Bere e raccontarti favole?
Ma tu credi che sia facile per me
Bere e raccontarti favole?
favole... favole..
favole...
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