Con questo esordio, a trentasei anni Rosi firma il suo primo lungometraggio presentato alla 19ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia nell’estate del ’58 (all’epoca non potei vederlo poiché ehm, naqui proprio nel dicembre di quello stesso anno quando i giochi eran già fatti ormai ehm, ma oggi mi son messo in pari vedendomelo dopo aver sbrigato i compiti odierni assegnatimi dai superiori), vincendo subito un Leone d’argento.

Il film non ha momenti di pausa e tutto fila ad un ritmo serrato, nonostante una cerimonia nuziale conseguente ad una storia d’amore tra il giovane protagonista (Josè Suarez, attore spagnolo) che cerca di sottrarre dei buoni affari ad un boss della camorra (José Jaspe Rivase, altro attore spagnolo) e una ragazza minorenne (l'allora ventenne, Rosanna Schiaffino al suo terzo film) vicina di casa, fino alla resa dei conti sostenuta da una colonna sonora che fa presagire il peggio.

Fin dall’inizio, Rosi usa un metodo d’analisi storica che identificherà tutti i suoi lavori cinematografici, dove nelle inquadrature i protagonisti occuperanno spazi geometricamente voluti e studiati con luci ed ombre, preparati anticipatamente in disegni realizzati da lui medesimo (già in passato aveva illustrato un'edizione di “Alice nel paese delle meraviglie” ed anche un sillabario, insomma gli piaceva inventare storie e poi disegnarle) e questa sarà una delle sue cifre stilistiche.

P.S. Nonostante all'inizio una didascalia riferisca che i fatti, i personaggi e le ditte che appaiono nel fil non siano reali, pare che la storia si ispiri al boss boss della camorra Pasquale Simonetti, noto come Pasquale 'e Nola , e di sua moglie ed ex reginetta di bellezza Assunta "Pupetta" Maresca.

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