L'ultimo album di Battiato; dieci canzoni, dieci... stratagemmi. Un album scritto insieme al suo storico collaboratore, il poeta Manlio Sgalambro. L'album scorre velocemente, e a fine ascolto, c'è la voglia di riascoltarlo di nuovo.
Battiato ritorna sulla scena musicale, dicendo sempre ciò che pensa, in musica e parole; le canzoni ti entrano dentro il cervello direttamente, senza nessun tramite. E' un album che parla del mondo, di come si sta evolvendo, di come sta andando a peggiorare.. è l'album di chi osserva i cambiamenti, sentendosi quasi impotente di migliorare le cose, ma che per sopravvivere ricorre a degli stratagemmi..

La prima canzone si intitola "Tra sesso e castità", un brano molto intenso, dalla musica geniale, e da un ritmo che è pari a ciò che vuole trasmettere.

"..scorrono gli anni nascosti dal fatto che c'è sempre molto da fare e il tempo presente si lascia fuggire con scuse condizionali....ribussa nei miei pensieri, un desiderio di ieri, ed è eterno lo scontro tra sesso e castità..."

Il secondo brano si intitola "Le aquile non volano a stormi", dai ritmi orientali; ascoltandolo mi da un senso di libertà, mi lancia un messaggio ben preciso: non farsi strumentalizzare da nessuno, le aquile non volano a stormi, sii te stesso e basta...

"...Giorni e mesi corrono veloci, la strada è oscura e incerta e temo di offuscarmi; non prestare orecchio alle menzogne, non farti soffocare dai maligni, non ti nutrire di invidie e gelosie...in silenzio soffro i danni del tempo...le aquile non volano a stormi..vivo è il rimpianto della via smarrita, nell'incerto cammino del tempo..."

La terza canzone si intitola "Ermeneutica", ed è una canzone contro la guerra del petrolio voluta dal presidente Bush; la musica è molto alternativa e trasmette tutto il "casino" che ha scatenato questa stupida guerra; ad un primo ascolto dà proprio un senso di confusione; credo che sia la canzone più geniale dell'album...

"...eiacula precocemente l'impero, ritorna il circolo dei combattenti, gli stati servi si inchinano a quella scimmia di presidente...S'INVADE SI ABBATTE SI INSEGUE SI AMMAZZA IL CATTIVO..SI INVENTANO DEMOCRAZIE.."

Il quarto brano si intitola "Fortezza Bastiani", e parla del tempo che passa; parla della difesa contro il malessere dell'universo che ci aggredisce con delle notizie nefaste..

"...resisterà alle dolci lusinghe la fortezza Bastiani?...bugiardi imbonitori l'assediano con violenze degne di Temerlano, resisterò andando incontro al piacere, ascoltando il respiro trattenendo il calore su un'altra forma d'onda intonerò il mio pensiero..."

Il titolo della quinta canzone è "Odore di polvere da sparo" ...anch'esso mette in evidenza il tempo che passa e i cambiamenti che ci sono stati; cambiamenti dovuti, alla polevere da sparo, alle armi, alle guerre che stanno contaminando ciò che prima era puro...la bellezza.

"...l'odore di polvere da sparo sparso per quartieri mentre una banda accompagna le reliquie della santa, impulsi religiosi dell'occidente. accidente..."

"I'm that" è il titolo della sesta canzone, totalmente in inglese, il brano inizia lento per poi abbandonarsi in un ritmo elettro-rock. In questa canzone Battiato parla di sè, dicendo di essere cio che è, ovvero, un musicista

"..i'm neither muslim nor Hindu, nor christian nor buddhist, i'm not the hammer nether for the sickle and even less for the tricoloure flame...because i'm a musician.."

La settima canzone si chiama "Conforto alla vita", ha una musica bellissima, con dei violini sintetizzati, ha un testo un pò difficile, ma è una bella canzone, che parla appunto di com'è la vita..

"..la sera insegna ad attendere il giorno, che arriva come sempre a chiudere i passaggi della notte.."

L'ottavo brano si intitola "23 coppie di cromosomi" ..è una canzone prevalentemente musicale, che fa da anteprima al nono brano.. che si chiama "apparenza e realtà", che parla appunto del rapporto tra l'uomo e il mondo, nel momento in cui i tempi sono tumultuosi, e molte volte, si sente estraneo e lontano da esso.
"..tempi tumultuosi e quindi resto confinato nella mia stanza immobilizzato da così tanta lontananza dal mondo, mi sento estraneo.."

"Quello che c'è...ciò che verrà, ciò che siamo stati e comunque andrà, tutto si dissolverà..."
Questo è l'inizio del decimo e ultimo brano dell'album, non poteva finire meglio di così... il titolo è "La porta dello spavento supremo", una canzone che parla di morte, o della paura della morte e alla fine finisce con un sogno, una sorta di desiderio, un modo come dire: anche se dovrò per forza attraversare la porta dello spavento supremo, spero che sia meglio di ciò che c'è nel mondo.

Carico i commenti... con calma