Se Stephen King non si fosse rifugiato nel campo della scrittura probabilmente a quest'ora starebbe marcendo in una clinica psichiatrica! A volte la differenza tra genialità e follia è davvero molto sottile. Questo pazzo scrive un racconto sulla nebbia e ne ricava milioni di dollari per i diritti d'autore, soprattutto per i riadattamenti cinematografici (a questo punto credo che sia più genio che folle). Quest'ultimo "The Mist" è il riadattamento di un racconto contenuto nella raccolta "Scheletri", e a livello concettuale è semplicemente formidabile e macabramente realista. Ciò che tende a disturbare lo spettatore (o il lettore) non è il contenuto soprannaturale del racconto, ovvero creature mostruose provenienti da un'altra dimensione, nascoste nella nebbia, ma bensì l'uomo! Perché l'essere umano messo in condizioni estreme è molto peggio di qualsiasi altro orrore alieno! Noi facciamo proprio schifo! Siamo abituati al benessere, alla pappa pronta, al telefonino, al caminetto acceso con la mogliettina che ci coccola, le tecnologie a portata di mano, ed il "tutto pronto", siamo abituati a chiamare i vigili quando il vicino tiene la musica troppo alta, o denunciare il nostro capo ufficio per una manata in culo. Siamo buoni e cari fino a quando nessuno ci viene a calpestare l'aiuola. Un concetto del genere viene espresso anche all'interno del film, in cui uno dei protagonisti dice che la chiesa e il benessere di facciata servono solo a tenerci a bada e non farci sentire delle bestie abbandonate nel caos sopra una sfera galleggiante nel vuoto; serve qualcosa per distrarci, ma basta un cataclisma o in questo caso l'avvento del soprannaturale per mettere l'uomo alle strette, riportandolo alla sua vera natura: un animale spietato con l'istinto della sopravvivenza! Questo è il vero orrore del film (e di film come questo), vedere esseri simili ammazzarsi l'uno con l'altro per la sopravvivenza del singolo individuo. Gli alieni sono solo un pretesto di caos per farci riflettere su questi elementi.
Il film è molto ben fatto, un sonoro da premio oscar e una costruzione scenica ben sviluppata, costernato da un ritmo crescente di tensione e mistero, oltre che da una componente mistica-filosofica messa in risalto dal personaggio dell'invasata cattolica, che vede presagi apocalittici di natura religiosa in tutto ciò che sta avvenendo, chi sono questi mostri che giocano a nascondino nella nebbia? Natura ribelle? Alieni? Mostri provenienti da un'altra dimensione? (questa la spiegazione del militare nel film) o sono davvero esseri divini scesi in terra per punirci? L'invasata predicatrice è solo una pazza oppure dice la verità? Sembrerebbe una sbarellata, che finisce ovviamente ammazzata dai noi umani, eppure... l'insetto volante gli si piazza davanti senza ucciderla... come mai? Vi è qualcosa di religioso in questi esseri? O magari l'insetto aveva lo stomaco già pieno? Quello che si sa è che questi comuni cittadini, rinchiusi nel supermercato a causa forza maggiore, si ritrovano a combattere più tra di loro che con i mostri, la frase chiave del film è "prova a mettere due individui in una stanza... troveranno sicuramente un motivo per ammazzarsi a vicenda", frase che racchiude il senso della vita: siamo animali! Nulla di meno di quegli insetti giganti che si nutrono di noi per sopravvivere. Nessuna differenza. La coscienza ce la siamo inventata noi.. ma esiste davvero? Possiamo rifletterci sopra dopo aver visto il geniale finale, in cui per una volta non vissero tutti felici e contenti. Un padre fa di tutto per difendere il figlio.. ma alla fine gli spara in testa e poi cerca di ammazzarsi lui.. questa è la teoria del "finché va tutto bene siamo cittadini dai buoni valori, ma se siamo messi alle strette ci suicidiamo perché non vogliamo soffrire" a me sinceramente mi sconcerta più la natura umana che quella degli insetti, che non hanno sta strana coscienza e se ne vanno in giro a mangiare, cagare, e dormire (però so che anche lo scorpione si suicida con il suo stesso pungiglione quando è messo alle strette, vigliacco come noi!!).
Un film "sui generis" (c'è di tutto) che fa riflettere, e nello stesso tempo di buona pregevolezza tecnica, gli effetti in CGI non sono eccessivi e non danno fastidio, molta recitazione e pochi virtuosismi computerizzati. Unica pecca.. il pianto finale del protagonista.. tra i più forzati e imbarazzanti pianti mai fatti da un attore!
Non un capolavoro ma di sicuro molto interessante come storia e realizzazione tecnica. Da vedere durante un cataclisma.
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