Ultimo capitolo "Selezione libri inerenti James Douglas Morrison"

In trent'anni di letture, nella giungla degli scritti sul ragazzo nato in Florida, simbolo di Los Angeles e morto a Parigi, ho già consigliato: "Jim Morrison & i Doors On The Road" incredibile libro di Greg Shaw su ogni singolo concerto della band losangelina, "Gli Angeli Danzano, Gli Angeli Muoiono" il libro più intimo ed unico nel ripercorrere il rapporto tra Jim e Pamela rivalutando la figura (distrutta da tutti, faceva comodo) della ragazza nativa di Weed in California di Patricia Miller, il vecchio "La Storia Dietro Ogni Canzone Dei Doors" di Chuck Crisafulli con la bellissima analisi di ogni singolo brano della discografia ufficiale e il recente "Riders On The Storm: La Mia Vita Con Jim Morrison e i Doors" vera e propria auto analisi di John Densmore relativamente al suo rapporto con James Douglas ai tempi della band.

A questi aggiungiamo ora, per finire, "Jim Morrison - Una Conversazione Tra Amici" di Frank Lisciandro.

Frank e' uno che ci crede e lo ha sempre dimostrato. Cresce a New York, si appassiona alla fotografia documentaristica e si iscrive alla Michigan University. Poi parte per l'Europa senza un soldo su un mercantile slavo; un anno di esperienze mica da tutti lo fanno crescere alla svelta. Torna negli States e si iscrive all'UCLA in California. Conosce Morrison e Manzarek, soprattutto Ray. Appena laureato e con la prospettiva della chiamata dall'Esercito per andare in guerra nel sud-est asiatico "preferisce", con la moglie Kathy, unirsi ai Peace Corps ed andare in Africa ad aiutare gente meno fortunata. Fa in tempo a vedere l'esordio dei suoi amici al London Fog e dopo quasi un anno riceve una copia della rivista Time che parla del primo album dei Doors; in Togo, in mezzo all'Africa più povera e devastata Frank e Kathy vissero la loro "Summer of Love"

Questo perché altrimenti Frank Lisciandro rischia di essere sempre e solo il "fotografo" dei Doors e un amico di Jim. Questo ragazzo è prima di tutto uno con dei valori e con delle palle notevoli.

Dicevo Frank e' uno che ci crede. Dopo essere tornato negli States ha cominciato a seguire i Doors in tour col compito di effettuare filmati e fotografie ma soprattutto, negli ultimi tre anni di vita, diventa uno dei migliori amici di Jim. Insieme lavorano su alcuni progetti cinematografici (l'unico che vede luce vera è "Feast Of Friends"). Frank, probabilmente, è quello che lo vive e lo frequenta nei momenti più diversi; oltre al lavoro cinematografico, c'era quando Jim era con gli altri della band, era un suo compagno di bevute e di goliardia ed era forse quello meglio considerato da Pamela.

Frank e Kathy avrebbero raggiunto Jim e Pam a Parigi. Purtroppo un paio di settimane prima della partenza ricevettero la telefonata di Siddons che li informava della tragedia. Jim scrisse solo due lettere da Parigi; una a Green, il consulente finanziario dei Doors, per chiedere quanto avrebbero potuto vivere a Parigi lui e Pam (che la dice lunga sul suo non rapporto con il denaro) con i soldi che aveva e appunto quella alla coppia di amici invitandoli da loro nella capitale francese.

Oltre a splendidi libri di fotografie inerenti la band ma soprattutto Morrison (Jim si fidava ciecamente, Frank poteva fotografarlo come e quando voleva... l'importante era "non mettersi in posa"), Lisciandro, da sempre, ha provato a far sapere al mondo chi era veramente James Douglas Morrison. Come dicevo nello scritto relativo al libro di Patricia Butler, internet e la tecnologia hanno avuto, nel caso specifico, un ruolo costruttivo e positivo per una adeguata conoscenza.

"Un fuoco di fila di disinformazione deliberata sul conto di Jim avviato quand'era in vita crebbe negli anni successivi alla sua morte. Una caratterizzazione distorta della sua figura aveva fatto presa sui media e presto se ne sarebbe osservata una rappresentazione sgradevole nel pervicace film hollywoodiano "The Doors". Un ritratto caricaturale, alimentato da maldicenze e situazioni inventate, rappresento' Jim nei panni di uno scemo.Notai che le persone in grado di confutare tali menzogne - quelle su cui Jim aveva fatto affidamento e con cui aveva lavorato, quelle con cui aveva condiviso il suo tempo e i suoi pensieri, ovvero i suoi amici - non venivano mai consultate. Una ad una, iniziai a contattarle e a incontrarle, nella speranza di poter ricavare dalle nostre conversazioni informazioni fresche e conoscenze inedite. Molte di quelle persone non erano mai state intervistate ed alcune erano riluttanti a farlo. Ma una cosa deponeva in mio favore: tutti sapevano che Jim aveva cercato la mia collaborazione e che mi considerava un amico stretto". F.L.

Ogni intervista viene registrata, tutto deve essere documentato. Non è certo un caso che Lisciandro si metta "al lavoro" proprio dopo aver visto l'anteprima del film di Stone - già il titolo "The Doors" è ridicolo, racconta (malissimo) solo di Morrison, ma di questo abbiamo già detto.

E comunque il "film" e' la goccia che fa traboccare l'acqua da quel vaso riempito nei due decenni precedenti di cazzate da inutili sudditi di ogni genere e specie. Nonostante sia un tipo tranquillo, Frank si è leggermente rotto las pelotas; qui non c'entra la rockstar o il poeta, qui c'è di mezzo un amico. Capisco sia una parola ormai scomparsa in questo mondo di merda, di falsità e avidità, ma vi e' ancora qualche Nobile, oltre al disadattato misantropo intrappolato che sta scrivendo questa "recensione", che considera l'amicizia come uno dei sentimenti più grandi. E poi Frank e' uno che ci crede ancora, nonostante tutto.

Spezzoni di queste testimonianze erano state inserite da Lisciandro nel suo libro del 1991 "Jim Morrison - Festa di Amici" (scritto male, impulsivo, alla cazzo per intenderci). Qui le "interviste" sono trascritte integralmente e ciò che ne deriva è un bellissimo libro dove finalmente parla chi conosceva e frequentava Jim abitualmente e non il primo cretino in cerca di scoop e notorietà straparlando di altri molto più famosi di lui.

Frank intervista persone molto vicine a Jim nel quotidiano, che hanno vissuto momenti veri ed intensi insieme a lui e in contesti e periodi diversi della sua vita.

Troviamo i due capitoli con l'amico del Liceo (Fud Ford) e con le prime amicizie all'Ucla (Phil O'Leno) - decisamente i meno interessanti - prima dei Doors e della loro epopea. Vi sono tre capitoli di chi ha vissuto Jim con i Doors in tour e in studio; Rich Lynnell (l'amico roadie), Bill Siddons (il manager) e Vince Treanor (il tranquillo road manager). Altre due interviste sono di due amici molto diversi tra loro; il "mezzo" musicista e compagno di scorribande del primi tempi dei Doors, Ron Alan, e il famoso poeta Michael McClure con cui Jim strinse un rapporto personale e professionale molto stretto.

I quattro racconti che preferisco sono quelli più vicini a Morrison (in senso fisico, anche) in diverse situazioni. Le interviste alle due impiegate dei Doors: Ginny Ganahl e poi Kathy Lisciandro, la moglie di Frank; una amante di Jim, Eva Gardonyi e l'amico che lo ha frequentato di più negli ultimi due anni, Babe Hill. Ginny e Kathy ci possono descrivere il Jim quotidiano, inedito, che passa dall'ufficio per parlare di ogni con loro. Come amante, tra tutte, Frank sceglie ed ottiene l'intervista, dell'unica non infatuata di Jim. Eva lo conobbe nel 1969 ma ebbe una relazione con lui, breve e intensa, proprio prima della partenza per Parigi; la sua non e quindi la testimonianza di una delle solite fan invasate e spesso deliranti ma tutt'altro di una donna bellissima, libertina, che poteva avere chi voleva e che ci racconta come era con lei quel ragazzo tanto timido, un po' strano e sensibile. Babe e' il giusto finale. il suo compagno di bevute, l'amico dei momenti più scazzati e goliardici dell'ultimo periodo; la persona con il quale Jim si sentiva più al sicuro perché non lo giudicava e non lo trattava come un dio, col quale poteva stare anche solo in silenzio e al quale non doveva dimostrare nulla. Quegli anni in cui James Douglas si era definitivamente staccato da Jim la rockstar bella e maledetta.

Tutte persone che conoscono Jim probabilmente meglio di chiunque altro ma che nessuno ha mai ascoltato veramente. Chi è stato intervistato, tra loro, non ha mai visto la propria testimonianza esposta in qualche libro, se non in forma sintetica e di comodo (a chi scriveva).

Nessuno dei tre Doors è stato intervistato; mi sembra una scelta giustissima da parte di Frank. In quel periodo, per usare un eufemismo, l'ultimo dei desideri di Ray, John e Robby era di parlare intimamente di Jim. Densmore spiegherà e farà "mea culpa" nel suo bel libro qui da me "recensito" ("Riders On The Storm" la mia vita con Jim Morrison e i Doors").

La gentilezza nei modi e il rispetto per gli altri, l'educazione e la riservatezza, l'imprevedibilità e la necessità di verificare dove la mente può arrivare, la grande generosità, quella dose di follia nello sfidare il destino e la morte, il non-rapporto con il denaro e qualunque tipo di proprietà personale, una mente incredibilmente creativa e la voglia di smuovere le coscienze e le folle quasi subito frenata da un mondo di falsi valori, da un potere troppo forte e da un popolo di ignoranti sudditi, i tratti che che risaltano maggiormente. Oltre a quel suo innato senso dell'umorismo che nessuno aveva mai sottolineato fino a poco tempo prima; più clamoroso descrivere una situazione come impregnata di follia e droga che un qualcosa di volutamente comico e grottesco, ovvio. Interessante è stato anche per me scoprire, dopo infinite letture, cose "nuove" mai lette da nessuna parte. Il libro ci regala, probabilmente, il James Douglas più vero.

E comunque Frank e' molto chiaro nella bella sua prefazione: "Cercare di ricordare con precisione dettagli e accadimenti d decenni passati può essere molto difficile. Malgrado ciascuno con cui io abbia parlato sia un testimone credibile di quegli anni, consiglio di leggere queste pagine senza rinunciare alla vostra incredulità. Ciò che è stato registrato e riportato in questa sede riflette la vantaggiosa posizione soggettiva dei partecipanti. Leggete i loro ricordi come leggereste qualsiasi storia: sapendo che ogni autore e ogni testimone contribuiscono al resoconto con le proprie distorsioni, credenze e speranze esclusive".

La verità assoluta su tutto ciò che ha circondato Morrison in quegli splendidi, unici, meravigliosi anni sessanta non la sapremo mai; anche chi lo ha conosciuto ha la sua personale "verità". D'altronde di ogni cosa non saremo mai sicuri; a volte persino avvenimenti e situazioni che vediamo coi nostri occhi possono non essere come ci sembrano.

Da parte mia un grazie a quest'uomo.

"Avresti potuto strappare qualsiasi cosa a Jim, ma guai a scherzare con la sua libertà" cit.

In bacheca del Debaser per quei giovani (soprattutto) che un domani ci leggeranno e vorranno approfondire la figura e la vita, breve ma intensa quanto basta, di questo ragazzo.

Nobili saluti.

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