Fra qualche anno la discografia postuma di Frank Zappa sarà ancora più estesa della pur mastodontica discografia originale, visto e considerato il ritmo di due-tre pubblicazioni inedite annuali, curate dalla famiglia Zappa che getta in pasto al pubblico di aficionados zappiani qualsiasi cosa esca fuori dagli sterminati archivi del baffone, siano esse discutubili rarità, siano essi live album (per la maggior parte) o ancora vere e proprie pubblicazioni "inedite". Molte cose, fosse stato per Frank, probabilmente, sarebbero rimaste ad ammuffire, ma tant'è: lo sfruttamento scientifico di un mito è lucrosa prassi comune.
Questo "The Lost Episodes" è la seconda pubblicazione postuma di Zappa, datata 1996, ma fu da lui stesso curata nel '92, giusto un anno prima della sua scomparsa. Una vera e propria operazione nostalgica questa complilation, che va a coprire tutto l'arco della sua carriera, partendo da un mesolitico 1958 (!) fino alla fine del '92, con una predilizione per la prima parte della carriera. Nostalgia che si evince dall'accurata descrizione autobiografica delle varie canzoni, "spiegate" nel fornito booklet del cd, che si rivelano quantomeno necessarie per poter capire le numerose outakes e parti parlate presenti nel disco, che assumano più che altro un certo valore "storico" che non musicale in senso stretto. Ne sono esempio le primissime collaborazioni con Captain Beefhart come la stramba parodia blues di "Lost In Whirpool" (dal solito testo irriverente...ma nel 1958!), il delirio vocale dello stesso Beefhart in "Ronnie sings", "Tiger Roach", "The Big Squeeze" (roba per hardocore fan, decisamente), o ancora le parti parlate di "Kenny's Booger Story" e "I'm a Band Leader". Tra le varie outtakes, la più "sorprendente" è senza dubbio "Cops&Buns", registrazione di una vera conversazione tra la band dei Mothers ( a New York nel '67) e un poliziotto che implorava di non doverlo costringere a dover rispondere ad alcune denuncie di gente infastidita dalla band che provava la propria musica. Già me lo immagino Zappa più impegnato a registrare all'insaputa di tutti la faccenda piuttosto che ad ascoltare le suppliche del poliziotto. Quando si dice cogliere l'attimo.
C'è comunque spazio anche per la musica vera e propria, che tra episodi trascurabili come "Charva" o lo scorcio orchestrale live di "Mount St.Mary's Concert Excerpt", e versioni demo di "Any Way The Winds Blows" e "Fountain Of Love", propone delle autentiche gemme nascoste del calibro di "Sharleena" (qui in una fantastica versione definitiva da 11 minuti) e la jazzata "Take Your Clothes Off When You Dance". Degne di nota anche una primordiale versione di "Inca Roads" e la jam di violino di "Lil Clanton Shuffle", proveniente dalle sessions di "Hot Rats" e degna di tale capolavoro se non fosse per la presenza di una certa "The Gumbo Variations" in quell'album.
"The Lost Episodes" non può definirsi come opera fondamentale o irrinunciabile ma è certamente è un buon prodotto che non spiega il genio di Zappa, ma ne dà un'assaggio o un'approfondimento, a seconda della persona che si accinge ad ascoltarlo, sia essa un neofita o un zappiano convinto.
P.S: Per la cronaca, la teoria Frank Zappa > Nirvana rimane ovviamente immutata.
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