"La melodia parla direttamente. La melodia è emozione. La melodia è una sorta di fluido. In un'epoca scandita dagli impulsi dell'immagine, la melodia diventa una possibilità più remota, perchè non abbiamo la concentrazione per ascoltare la melodia nella sua interezza".
Questa dichiarazione del signor Keith Jarrett (mica un pincopallino qualunque!!!) introduce come meglio non si potrebbe un dischetto come quello in questione: otto Improvvisi (composizioni brevi) per pianoforte, dove la melodia regna davvero sovrana. Una melodia allo stato puro, esposta senza alcuna sovrastruttura e senza alcun infingimento: nella sua purezza totale, essa comunica all'ascoltatore, oltre ad un'emozione profonda, una sensazione d'innocenza davvero pregnante. L'innocenza che si può trovare nel pianto di un neonato come nello scorrere di una fonte sorgiva durante un'escursione in montagna: l'innocenza delle cose autentiche, genuine e sincere della nostra vita. Franz Schubert è morto giovanissimo: così non ha fatto in tempo a comporre un concerto per pianoforte o per violino (mi domando sovente che ne sarebbe uscito fuori dalla sua straordinaria inventiva) ma ha infuso a tutta la musica che ha scritto un candore ed una soavità davvero unici. Sia nei momenti lieti che in quelli tristi, sia nelle atmosfere gioiose che in quelle drammatiche, sono sempre presenti il candore , la soavità e l'innocenza di cui sopra. Che qui risaltano grazie alla notevolissima interpretazione di Murray Perahia. Egli espone perfettamente le melodie schubertiane, senza indugiare in stucchevolezze o esagerare in ornamenti. Ecoole qui, nella loro nuda bellezza. Personalmente, sin dal primo impatto uditivo avvenuto una decina d'anni fa, ho sempre trovato inebriante il primo Improvviso della raccolta, un "Allegro molto moderato" in do minore di assoluta semplicità. Le note ribattute che lo compongono entreranno nell'emisfero destro del cervello e, ivi custodite, non abbandoneranno mai più l'attento ascoltatore: ma due parole vanno assolutamente spese anche sull'Improvviso in sol bemolle maggiore, un "Andante" fluente ed incantevole ricolmo di poesia, così come sul fascino nostalgico ed evocativo dell'Improvviso in la bemolle maggiore, un "Allegretto-trio" dall'incedere grazioso ed elegante.
Concludendo che comunque è l'opera nel suo insieme a costituire una delle migliori espressioni del Romanticismo musicale, senza alcun dubbio.
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